A distanza di anni dall’esordio, il ritorno di Justin Adams & Mauro Durante con Sweet Release.
È ormai un duo consolidato quello formato dal chitarrista inglese Justin Adams, che vanta collaborazioni con Robert Plant, Tinariwen, Souad Massi, Rachid Taha, e dal percussionista e violinista salentino Mauro Durante, direttore dello storico Canzoniere Grecanico Salentino – anche lui vanta prestigiose collaborazioni con artisti come Ludovico Einaudi, Piers Faccini, Ibrahim Maalouf, Ballake Sissoko, Enzo Avitabile. Dopo l’esordio discografico del 2011 con Still Moving e tour in giro per il mondo tornano ora con questo Sweet Release, pubblicato da Ponderosa Music Records. che ha già scalato le classifiche delle riviste specializzate in world music.
Un nuovo trattamento per la musica salentina
Musica frutto di contaminazioni fra diverse tradizioni e stili musicali: certo la pizzica e la taranta ne sono un filo conduttore, ma che continuamente si intreccia e si sporca con altre suggestioni musicali provenienti dalle varie sponde del Mediterraneo e dall’energia punk rock che Adams ha respirato nell’Inghilterra nella quale si trasferì adolescente dal Medio Oriente dove ha imparato ad amare la musica di quella regione. Il risultato è un disco molto ricco e vario, pieno di energia e vitalità, capace di reinventare la tradizione salentina, che oggi soffre di troppe iniziative banali e superficiali, con uno stile personale innovativo, non mummificato sul pedissequo rispetto di una presunta tradizione, ma che anzi fa dialogare la musica con le esperienze migliori realizzate in questo ambito.
Canzoni e contaminazioni sonore
La title track apre il disco, la chitarra e la voce roca di Adams macinano blues sporco e il tamburo a cornice di Durante detta il ritmo per poi portare il tutto verso il sud. Splendido l’alternarsi delle due voci, così diverse eppure in sintonia. Con Leuca esplode la pizzica trascinata dalla voce di Alessia Tondo, dalle percussioni e dai riff della chitarra; non vi è dubbio che siamo in Salento, anche se l’assolo centrale di Adams evoca una certa malinconia. Seguono il rock funambolico di Get Train, il suggestivo canto pasquale WaHabibi reso struggente dalla voce di Yousra Mansour dei Bab L’Bluz e dal violino di Durante. In Silver & Stone sembra di sentire Shane McGowan avvinto dal ritmo della taranta.
Il disco è un continuo dialogo con le culture e le musiche del mondo, così Aurora pur cantata in italiano richiama la musicalità religiosa indiana, Ithaca Returns è una pizzica ipnotica e venata di malinconia, mentre Qui Non Vorrei Morire mette in musica una bella poesia di Vittorio Bodini sulle luci e ombre del suo Salento. Strana coppia quella formata dalla tammurriata e dalla cultura alternativa newyorkese, eppure è ciò che avviene in Tide Keeps Tuming con la presenza alla voce del musicista e cantante Felice Rosser. A chiudere Santu Paulu, doveroso canto-preghiera al protettore della taranta in un’atmosfera in bilico fra rito ancestrale e psichedelia ipnotica.
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