Kali Uchis – Sin Miedo (del Amor y Otros Demonios)Interscope, Virgin, EMI – 2020

A sorpresa Kali Uchis sceglie lo spagnolo per Sin Miedo.

Kali Uchis aveva fatto centro nel 2018 con un disco d’esordio, Isolation, che apriva un capitolo nuovo nel crossover tra pop, hip-hop e ritmi latinoamericani. Senza troppi clamori esce ora Sin Miedo (del Amor y Otros Demonios) e suscita qualche interrogativo. Kali Uchis sceglie di tornare alle origini, familiari e personali, con un disco prevalentemente (quasi al 100%) in spagnolo, nel quale l’influenza dell’America ispanica è dominante. Segno della forza che questo mercato ha ormai conquistato nel mondo, a partire dagli Stati Uniti; una crescita pari solo al sospetto di un’altra parte di pubblico che ne vede soltanto l’aspetto più volgare, quello del reggaeton tutto uguale e dalle produzioni cheap.

La tradizione della musica latinoamericana incontra r’n’b e dancehall

Queste però sono preoccupazioni tutte europee delle quali a Kali Uchis evidentemente poco importa. Sin Miedo (del Amor y Otros Demonios) in realtà attinge in modo modesto a quel genere di repertorio; come ha dichiarato la musicista colombiano-statunitense, voleva realizzare un disco che le ricordasse i suoni della sua infanzia. Così buona parte del disco è fatta di canzoni che si ispirano alle ballate sensuali dell’America centrale, soprattutto della tradizione cubana. C’è spazio per due cover: la classicissima Que Te Pedí, purtroppo in una versione breve, soltanto un paio di minuti, ma comunque bella; poi La Luna Enamorada del cubano Luis Chanivecky, in apertura, anch’essa quasi soltanto accennata.

 

Per il resto Kali Uchis aggiorna questa musica alla luce di un raffinato r’n’b, particolarmente ben riuscito in Fue Pejor (con PartyNextDoor) e soprattutto nel trip-hop di Vaya con Dios, il momento migliore di Sin Miedo, che si proporrebbe bene come Bond song (visti anche i cambiamenti annunciati, ma è un’altra storia). Ci sono sì un paio di incursioni nei temuti ritmi latinos (i singoli La Luz e Aquí Yo Mando con Rico Nasty), ma più vicini alle origini dancehall del reggaeton che alla sua forma attuale. Mentre il disco si chiude con due minuti di Kali Uchis da sola, per una Ángel sin Cielo molto bella.

Kali Uchis – Sin Miedo: un disco timido ma coraggioso

Se c’è un difetto in questo Sin Miedo sta nella sua brevità: non tanto nel complesso, perché in fondo dura qualcosa più di mezz’ora, ma per il modo in cui alcune canzoni (a partire dalle cover, come detto) sembrano più accennate che altro. È un disco un po’ timido, soprattutto se paragonato a Isolation, ma può darsi che Kali Uchis stia provando territori diversi, magari per non finire nel novero del pop-r’n’b sintetico che ammorba fin troppo la scena musicale. Qui ci sono spessore e classe; c’è anche margine per migliorare e non è detto che si tratti di un difetto.

Kali Uchis – Sin Miedo (del Amor y Otros Demonios)
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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