Kim Deal - Nobody Loves You More4AD

Kim Deal dai Pixies a Nobody Loves You More.

Proprio su queste pagine ho recentemente parlato della pesante eredità storica che impedisce di ascoltare i dischi attuali dei Pixies senza il pregiudizio che tanto nulla potrà mai essere come un tempo. Era probabilmente la paura più grande della loro bassista Kim Deal, curiosamente disponibile ad una reunion durata quasi dieci anni dal 2004 al 2013, ma con l’implicito e tacito patto che rimanesse solo una rimpatriata per i concerti e non per nuove canzoni. Per quelle la Deal aveva la sua personale creatura da seguire, i Breeders, e così quando Frank Black volle registrare quello che sarà Indie Cindy, lei lasciò la nave. Non che rifiutasse la nostalgia, visto che All Never nel 2018 era di fatto una reunion dei Breeders originali del 1993, ma è ovvio che il suo interesse fosse ancora quello di non fermarsi. Arriva quindi a sorpresa, ma neanche troppo, il suo vero e proprio esordio solista, questo Nobody Loves You More, strano oggetto fin dalla copertina, che la vede esibirsi su una zattera alla deriva giusto per ribadire che lei vuole fare le cose di testa sua, anche a costo di farle da sola.

I Breeders ci sono ancora

Disco solista per modo di dire, perché poi i Breeders più recenti suonano in vari pezzi, rendendo evidente come l’album, registrato anche da Steve Albini finché è rimasto in vita, sia una sorta di patchwork di diverse sessions dal 2011 ad oggi. Che è anche la ragione perché più che di un disco unitario, pare una raccolta di “Odds and Sods” (per dirla come gli Who), cioè progetti vari a cui è impossibile dare una cornice unitaria, ma che messi assieme così riescono a trovare la propria collocazione in una tavolozza davvero variopinta. È la varietà e il coraggio anche di affrontare stili certo non abituali per lei – sfociando spesso nel mondo della canzone d’autore come nella title-track infarcita di fiati d’archi – che rende questo Nobody Loves You More un oggetto intrigante e forse il disco migliore che ci si poteva aspettare da una artista in una fase cruciale della sua carriera.

Nobody Loves You More: una nuova partenza?

Da episodi di pop elegante (Summerland Key) all’avanguardia rock di Big Ben Beat, sembra che la Deal abbia voluto misurarsi con sfide diverse per dimostrare prima di tutto a sé stessa di essere una artista non riconducibile a un cliché. Il risultato convince, anche se ovviamente resta la sensazione di saltare un po’ di palo in frasca, tra echi del suo stile abituale come Crystal Breath e di pop-rock da radio airplay come Coast, fino a brani più intimi e oscuri come Are You Mine? e Wish I Was. Potrebbe trattarsi di una prova generale lungamente pensata per una nuova ripartenza, che forse metterà più a fuoco tanti stimoli. Intanto godiamoci un disco comunque persino sofisticato e ammiccante nel suo venire incontro un po’ a tutti i gusti, con la sensazione che da lei potremmo davvero aspettarci ancora qualche sorpresa.

Kim Deal - Nobody Loves You More
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Scrive regolarmente di musica dal 1992 per varie testate e siti web di settore (Mucchio Selvaggio, Il Buscadero, Rootshighway, FilmTV). Nel 2009 il suo racconto La Pistola ha ottenuto la Menzione Speciale della Critica al Concorso Quaderni Rock del MEI. Nel 2010 ha pubblicato Rolling Vietnam – Radio-grafia di una guerra (Pacini Editore), nel 2017 il thriller Musical 80 (WLM).

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