Lambrini Girls – Who Let The Dogs OutCity Slang

Un nuovo nome per il punk inglese: Lambrini Girls – Who Let The Dogs Out.

Alla fine di Who Let The Dogs Out, disco d’esordio sulla lunga durata di Lambrini Girls, la piattaforma sulla quale lo ascoltavo mi ha proposto un pezzo degli Sprints. In apparenza, la scelta ha senso: due dischi con una voce femminile in bella evidenza e di ispirazione punk, aggiungerei a distanza di quasi un anno fra l’uno e l’altro. Tuttavia, non mancano le differenze, ma ci arriviamo fra poco.

Un duo da Brighton

Lambrini Girls  sono la chitarrista e cantante Phoebe Lunny e la bassista Lilly Macieira, arrivano da Brighton, nascono come duo nel 2022 e hanno pubblicato una manciata di canzoni lo scorso anno. Il Lambrini da cui prendono il nome è un marchio di sidro di pere frizzante a basso costo. Hanno firmato per City Slang e ottenuto un po’ di interviste e di attenzione, peraltro giustificata dall’ascolto del disco. Attivismo femminista (ma non transfobico, ci tengono a dire), queerness, riot grrl, testi sboccati e temi attuali, il duo ha le carte in regola per fare colpo sulla scena attuale. In più un piglio working class con vocals urlati che hanno fatto paragonare la loro musica a quella di Sleaford Mods e Idles (per questi ultimi hanno aperto in tour), così come per Amyl and the Sniffers.

I temi e i suoni

Dal punto di vista tematico, le Lambrini Girls affrontano una vasta gamma di questioni sociali. Denunciano la misoginia e la mascolinità tossica in brani come Company Culture e Big Dick Energy, mentre You’re Not From Round Here affronta la gentrificazione. Emergono anche temi personali: in Special, Different, Lunny riflette sulla propria condizione mentale, mentre Nothing Tastes As Good As It Feels esplora l’impatto dei disturbi alimentari con onestà e ironia. Cuntology 101 chiude il disco meritandosi molti complimenti per il titolo.

Torniamo però al punk dal quale siamo partiti. In realtà, Who Let The Dogs Out di Lambrini Girls e Letter To Self degli Sprints sono due dischi profondamente differenti. Dove gli irlandesi hanno costruito un disco potente e dinamico, ricco di melodia e di cambi ritmici, le ragazze di Brighton producono un suono molto più basico ed essenziale, e volutamente tale. La produzione è affidata a Daniel Fox di Gilla Band e il mixing è di Seth Manchester che ha lavorato con Mdou Moctar, Battles, Model/Actriz. Un aiuto in studio arriva dalla batteria (ignoro affidata a chi), che fa un gran lavoro in tutto il disco, ma se serve una prova si ascolti Company Culture, strumentalmente il momento migliore del lotto insieme a Love.

Se i temi affrontati e i toni sono quelli della Gen Z, persino in modo manualistico, ciò che allora manca è un linguaggio adeguato ai nuovi sentimenti. Qui si pesca a piene mani in suoni che sono stati ideati nei decenni precedenti, dal post hardcore dei 90s indietro.  Segno di incapacità a dire qualcosa di nuovo o fascino eterno del punk’s not dead? Ognuno avrà la sua riposta, intanto divertiamoci con Lambrini Girls e Who Let The Dogs Out.

Lambrini Girls – Who Let The Dogs Out
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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