Laura Marling in versione familiare e familista: Song For Our Daughter
Tra le molte conseguenze dell’epidemia che stiamo vivendo ci sono anche gli inevitabili cambiamenti nell’attività dei musicisti. Concerti sospesi, difficoltà ad usare gli studi di registrazione e molti altri intoppi (inclusa la chiusura dei negozi di dischi). L’uscita anticipata del nuovo album di Laura Marling, Song For Our Daughter, arriva quindi un po’ in controtendenza, ma con una sua ragion d’essere. La cantautrice, in una dichiarazione pubblica, spera che il disco porti conforto, donando un senso di vicinanza e unione.
Song For Our Daughter e il fascino del non-finito
Il titolo svela subito che l’album è dedicato alla figlia, non in modo generico ma alludendo alla nuova responsabilità genitoriale (in particolare nell’essere genitore di una femmina). Nelle altre note su Instagram, la bionda cantautrice inglese lascia intendere che il lavoro non sia stato completato del tutto. In realtà, all’ascolto non si nota nulla di incompleto, anzi, il disco è raffinato e coeso come sempre.
Nella genesi di Song For Our Daughter, Laura Marling si è fatta aiutare dal musicista e produttore Blake Mills, allestendo uno studio nella sua accogliente cantina. In seguito ha però preferito un co-produttore più esperto come Ethan Johns. Per gli arrangiamenti d’archi, invece, ha chiamato il pluridecorato Rob Moose, già alle dipendenze di Bon Iver e dei National.
Song For Our Daughter suona meno catartico rispetto al flusso di coscienza di Once I Was An Eagle e piuttosto lontano dall’asprezza che caratterizzava alcuni momenti di Semper Femina. Sono molto intensi i brani più direttamente dedicati alla figlia, ovvero Song For Our Daughter e la finale For You, con il suo affascinante coro maschile a bocca chiusa.
Un parallelo fra Laura Marling e Joni Mitchell? Perché no
Se volessimo paragonare questo disco a Hejira di Joni Mitchell noteremmo che il viaggio della Mitchell fu reale, concreto. Al contrario il percorso della Marling è sempre interiore, dedicato a rapporti e relazioni al femminile. Sta di fatto che alcune canzoni di questo disco, come Alexandra o Strange Girl (c’era una A Strange Boy in Hejira) avrebbero potuto far parte del capolavoro on the road della Mitchell. Ed è curioso che Laura e Joni abbiano scritto questi dischi più o meno alla stessa età, in periodi storici quasi contrapposti.
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