Lorde

L’ex star adolescente Lorde torna con Solar Power.

Salutata nel 2013, data di uscita dell’esordio Pure Heroine, come (ennesima) “voce di una generazione”, Lorde ha faticato non poco a liberarsi delle troppe attese, centellinando le uscite fino al nuovo Solar Power (Universal). All’attivo fra i due un solo altro LP, peraltro buono, Melodrama, che consolidava l’electropop degli esordi. Oggi Lorde è appena ventiquattrenne, ma sembra già passato tanto tempo, e molte sono le star che affollano il mondo della canzone al femminile.

La collaborazione con Jack Antonoff

Come già per Melodrama, Lorde si affida all’ormai onnipresente Jack Antonoff e insieme a lui cambia lo stile per un soft rock oggi molto in voga. Non per niente Lana del Rey, altra star che con Antonoff ha stretto un legame da tempo, ha accusato Lorde di aver predato un paio di sue canzoni per Stoned At the Nail Salon, incluso in Solar Power. Saranno gli avvocati, a quanto pare, a stabilire chi ha ragione; a noi interessa soltanto perché lo stile delle due in effetti si costeggia parecchio e non è sempre un bene per Lorde dal momento che il personaggio di Lana si è costruito album dopo album, sia pure con delle variazioni, su un certo stile vintage, mentre da Lorde ci si attendeva un passo verso un pop più nuovo e soprattutto più spumeggiante. Questo anche  per essere altezza della copertina che mostra lo scatto ‘intimo’ realizzato da un’amica un giorno in spiaggia: in qualche paese più puritano pare sia uscita con un marcato raggio di sole a nascondere la zona inquadrata.

Lorde – Solar Power

Il disco parte bene con la sognante The Path e poi la title-track, che riecheggia al contempo Freedom ’90 di George Michael e Loaded dei Primal Scream: ma sia gli eredi del compianto Michael, sia Bobby Gillespie non hanno avuto da eccepire, contrariamente a Lana.

 

Solar Power è anche il brano più vivace e immediato (con Secrets From A Girl e Mood Ring) del disco, che altrove si adagia in melodie e arrangiamenti molto California 70s, con risultati buoni. Praticamente ogni brano ha una melodia piacevole e arrangiamenti di gusto, ai quali Lorde aggiunge testi  migliori della media, sebbene a tratti un po’ new age. Tuttavia al di là di qualche scintilla Solar Power scorre troppo in sordina, troppo sedato, a volte più sottofondo che altro. Non è un passo falso, ma il mercato della nostalgia è veramente troppo affollato ai nostri giorni, e Lorde farebbe meglio a tornare a guardare in avanti.

Lorde – Solar Power
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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