I Lost Under Heaven al secondo disco.

Hanno preso il loro tempo i LUH (Lost Under Heaven) per dare un seguito al debutto del 2016, Spiritual Songs For Lovers To Sing. Un esordio che avevamo seguito anche dal vivo con un certo interesse. Punti di forza e di debolezza si intuivano in entrambe le dimensioni, studio e live. Stupisce allora che in questi tre anni il duo non abbia poi cambiato tanto. Già a partire dal titolo magniloquente, Love Hates What You Become è il seguito naturale del primo disco.
Love Hates What You Become
Love Hates What You Become è ugualmente emozionale, con una ricerca costante dell’intensità. Le voci di Ellery Roberts ed Ebony Hoorn si rincorrono e si alternano. Stessa cosa per i ritmi. Ballate lente seguono pezzi più tirati. C’è del buono in entrambi i registri. Black Sun Rising è pacata e atmosferica. Niente male anche Bunny’s Blues, forse il pezzo melodicamente più immediato, dalle cadenze grunge stop’n’go nonostante i synth che sono spesso presenti nel suono tipico dei LUH. Non per niente è stato scelto come apripista.
La formula musicale di Ellery Roberts ed Ebony Hoorn
Purtroppo, alla lunga, la musica dei LUH mostra un po’ la corda. Ellery ed Ebony non paiono in grado di andare oltre una scrittura che solo a tratti si fa notare. Ci sono momenti in cui Love Hates What You Become sembra legato a clichés compositivi e interpretativi, che si rivelano soprattutto verso la fine del disco. In particolare la voce sempre strozzata di Roberts, che agli esordi poteva sembrare nuova, avrebbe bisogno di trovare soluzioni differenti. Alla fine, Love Hates What You Become non è un brutto disco, tutt’altro. Solo che non mantiene le premesse di Spiritual Songs For Lovers To Sing e suona come già sentito e, a tratti, superfluo. Che la terza prova sia quella decisiva?
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