Seconda prova solista per Matt Berninger: Get Sunk.
Get Sunk è l’atteso secondo album di Matt Berninger, voce solista dei National: arriva dopo cinque anni dalla pubblicazione di Serpentine Prison, album del debutto di cui questo lavoro rappresenta la più matura evoluzione.
Questi cinque anni sono stati scanditi da vari cambiamenti nella vita di Matt, a partire dal trasferimento dell’artista e della sua famiglia dalla California al Connecticut, avvenuto nel 2023, un trasferimento fondamentale nella scrittura delle dieci tracce incluse nell’album, il cui minimo comune denominatore pare essere una rinnovata connessione con la vita, la natura e la musica.
La provincia americana
Dieci sono i brani che si dipanano nel corso di 43 minuti: non viene mai meno la natura malinconica e meditativa di Matti Berninger, ma i toni dolceamari e intimisti dei brani di Get Sunk sono pennellati da colori più vivaci e melodie per certi versi luminose, anche grazie agli splendidi arrangiamenti, curati da un team coeso in gran forma, a partire dal produttore Sean O’Brien e Kyle Resnick dei National.
I temi delle canzoni
È la bella Inland Ocean ad aprire le danze, rievocando le estati dell’infanzia, trascorse da Matt in Indiana assieme ai cuginetti, e si tratta solo del primo di una teoria di rifermenti allo stato americano, evidentemente particolarmente caro a Berninger. No Love è una triste meditazione sulla fine di un amore, che a dispetto del suo ritmo accattivante racconta con freddezza chirurgica il dolore di una perdita.
È invece una scultura di Angela Ellsworth, vista in un museo di Palm Spring – un cappellino da prateria Amish pieno di spilli- l’ispirazione di Bonnet of Pins, terza traccia in scaletta. Nel corso di una intervista concessa a SiriusXM, Matt racconta di aver costruito il resto della canzone a partire da quell’immagine, descrivendola come “un momento di ricongiungimento con qualcuno del tuo passato… una serata fuori con un vecchio amico o un vecchio fantasma“. È il perfetto preludio per la magnifica Frozen Oranges, una sorta di istantanea di un mattino d’inverno in un giardino innevato ancora una volta in Indiana.
Due featurings per Matt Berninger in Get Sunk
Breaking into Acting è il momento del primo featuring. In questo caso la guest star è Meg Duffy degli Hand Habits, che presta la sua voce per un duetto tutto giocato su sonorità quasi interamente acustiche sottolineate da magnifici riff di chitarra. È un Berninger in stato di grazia quello che abbiamo modo di ascoltare in Nowhere Special, una sorta di brano-confessione, che ci regala probabilmente il migliore testo dell’album, e ci offre una splendida interpretazione vocale.
Julia Laws dei Ronboy è la seconda guest star che dialoga con Berninger sulle note di Silver Jeep, magnifico pezzo in coda a Get Sunk che ci conduce all’epilogo affidato a Times of Difficulty, dalle sonorità d’antan e dal gusto cinematografico (non stonerebbe nella colonna sonora di un western con Kevin Costner), che si addicono perfettamente a Matt che suggella cosi’ un disco riuscito e coerente.
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