Ritornano i Metronomy con Small World.
I Metronomy si sono guadagnati una bella base di fan con un pop di classe, ricco di richiami al passato, ma allo stesso tempo ancorato al presente. Certamente The English Riviera e Love Letters ne sono stati gli esempi più fulgidi, ma anche Forever faceva la sua parte, mentre con Summer 08 tornavano agli esordi più clubbing-oriented. Al centro, però, sempre il gusto per il melodico malinconico, rispetto al quale il nuovissimo Small World (Because Music) non fa eccezione.
Un disco breve e godibile
Joseph Mount è accompagnato dai consueti strumentisti: Anna Prior, Olugbenga Adelekan, Oscar Cash e Michael Lovett; cosa insolita per i Metronomy, c’è un ospite in Small World: Porridge Radio con la bella voce di Dana Margolin a duettare su Hold Me Tonight. Il disco dura 35 minuti per 9 canzoni, con quasi soltanto una strumentazione tradizionale. Comincia leggero e lascia i momenti migliori nella seconda parte, anche se è godibilissimo nell’insieme.
La leggerezza dei Metronomy e di Small World
I Metronomy sono una band decisamente leggera, e mi rendo conto che questa leggerezza può, alle orecchie di qualcuno, sembrare banale.
A me pare perfetta per questi tempi non facili, sui quali la band scherza nel testo e nel video di Things Will Be Fine, l’equivalente del deprecato “andrà tutto bene”, e nel video si vedono infatti i membri della band suonare in stanze separate, ognuno alle prese con qualche piccola disgrazia quotidiana: uno show cancellato (visualizzato su un mac vintage), una gamba rotta… E nella conclusiva I Have Seen Enough, Mount dichiara di aver visto abbastanza, ma di non poter distogliere lo sguardo. Ma It’s Good To Be Back, dichiarano, in uno dei pochi momenti guidati dai synth, e un tour mondiale si avvia in effetti in questi giorni, sebbene le prime date, come quella milanese, siano già state rinviate. Love Factory, con i coretti e il controcanto, è una delizia, richiamando qualsiasi cosa dai Beatles al soft rock anni ’70 al Brit Pop, ma con un piglio tipicamente Metronomy. Stessa cosa per Right On Time, altro momento centrale del disco. I Lost My Mind mi pare un chiaro omaggio a David Bowie con le chitarre acustiche e il piano finale che rimandano a The Man Who Sold The World (disco, non canzone) e a Hunky Dory. La già ricordata Hold Me Tonight ha un ritmo saltellante tipo The Lovecats dei Cure, che un po’ ricorda.
In conclusione, sarà che a volte si ha bisogno di un disco che non occupi troppo spazio mentale, che si presti un po’ a tutto (compagnia, sottofondo) e a tutti gli ascolti, ma il Piccolo Mondo dei Metronomy oggi mi appare ideale.
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