Mitski – Laurel Hell

Mitski ritorna e festeggia con Laurel Hell!

Compleanno importante per Mitski Miyawaki, aka Mistski, che nel 2022 festeggia il decimo anno di carriera con un album notevole: Laurel Hell nasce dall’ispirazione di chi ha deciso di esorcizzare i propri demoni, e quelli in comune con l’universo creato, sublimando e consegnando all’arte dolori, esperienze e percezioni. Detta così suona come un complicato, e pesante, gesto di autocoscienza, ma l’abilità della cantante statunitense, di origini giapponesi, sta proprio nel semplificare il complesso restituendo un prodotto chiaro, fruibile e dannatamente pop nel senso migliore del termine.

La carriera di Mitski prima di Laurel Hell

I primi dischi di Mitski, classe 1990, risalgono rispettivamente al 2012, 2013 e 2014. L’artista all’epoca si autoproduce fino a che viene scoperta dalla Dead Oceans, con cui firma un contratto nel 2016. L’album in questione, Puberty 2, viene acclamato da una certa stampa come una next big thing di nicchia e, la nostra lì resta. Mitski è considerata anche oggi un’artista “di nicchia”, troppo particolare, e magari non facilmente collocabile, per impegnarsi a trattarla con più riguardo. “Ed è un peccato perché Be The Cowboy è davvero bello e meriterebbe di essere ascoltato da molti”: così scriveva Antonio Vivaldi su TomTomRock a proposito del quinto album Be The Cowboy e così si può tranquillamente scrivere di Laurel Hell.

Le canzoni del nuovo disco

Mitski spazia tranquillamente da episodi essenziali ad altri, più corposi, in undici brani che non lasciano dubbi sulle capacità dell’artista che raggiunge qui una completa maturità. Si parte in sordina con un brano suggestivo, Valentine Texas, per passare al primo singolo estratto, Working For The Knives, uno dei momenti migliori di Laurel Hell. La ballata vagamente gotica è un perfetto esempio del Mitski-style: imprevedibile, perfetto nella sua forma canzone e soprattutto originale. Difficile, una volta tanto, dire a chi somiglia Mitski, ogni rievocazione può essere sconfermata dal brano successivo. Infatti nel corso dell’album le atmosfere cambiano passando da momenti più sofisticati ad altri più tirati e martellanti.

 

Così succede negli altri singoli:  The Only Heartbreaker, Should’ve Been Me e nel recentissimo Stay Soft, brani che scorrono senza sbavature su una ritmica spedita, orecchiabile evitando di cadere nel troppo facile ascolto. Questa è la cifra stilistica complessiva di Laurel Hell. Un disco che, ci auguriamo, abbia l’attenzione che merita per un’artista che dovrebbe entrare a buon diritto nell’olimpo del pop internazionale.

Mitski – Laurel Hell
7,3 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.