Recensione: My Morning Jacket - The Waterfall IIATO - 2020

Una recensione e una confessione a proposito dei My Morning Jacket – The Waterfall II.

Recensione: My Morning Jacket - The Waterfall II
ATO – 2020

Comincio questa recensione con una premessa: dei My Morning Jacket so veramente poco, di conseguenza il giudizio che uscirà da questa recensione sarà abbastanza scevro da cronologie e confronti con il passato della band di Jim James. Il musicista (che a volte si firma Yim Yames) ha partecipato solidamente, alcuni anni fa, all’omaggio a Bob Dylan di I’m Not There, ovvero la colonna sonora di quella bizzarra biografia realizzata dal regista Todd Haynes. Questo dato curricolare  depone a suo favore, poiché quel disco era veramente riuscito, superando il film di una buona spanna.

La band di Jim James al secondo episodio di The Waterfall

Ma torniamo ai My Morning Jacket; il gruppo guidato da James, dopo un silenzio di cinque anni, pubblica un disco che fin dal titolo si pone in continuità con il precedente (The Waterfall) aggiungendo solamente il suffisso “II”. Sembra peraltro che il disco provenga direttamente da quel passato, e le canzoni siano in qualche modo “avanzate” dalle session di The Waterfall, ma incise solo adesso.

My Morning Jacket – The Waterfall II: un bel disco estivo

Dopo queste premesse, aggiungo che la recensione scorrerà in tempo reale (come un instant-book) mentre il disco risuona nella stanza. C’è un inizio folgorante, pur nella sua pacatezza. Spinning Wheel è una ballata al pianoforte, delicata e sognante,  con un’ispirazione che compie un ampio arco tra la musica di  David Crosby e quella di Mark Eitzel. Subito dopo, a conferma del fatto che le canzoni sono state concepite  in California, il brano Still Thinkin’ evoca il pop-rock un po’ pacchiano degli America, anche se devia nel finale con una scodata improvvisa tra jazz e prog. Il disco continua sorprendendo sempre, in un citazionismo che ricorda parecchio le vicende discografiche di Jonathan Wilson.

 

Wasted, per esempio, indugia su di un riff pinkfloydiano per tutti i sei minuti, e la stessa cosa succede in Feel You. Negli altri brani l’alt-country dei Wilco sembra essere una fonte di ispirazione, o così sembra all’ascolto immediato, senza filtri. Alla fine della selezione l’orecchio è soddisfatto, i suoni sono rassicuranti e il disco passa l’esame estivo. Godiamocelo come una camicia da indossare al mattino (più o meno il nome del gruppo) fresca come una cascata…

My Morning Jacket - The Waterfall II
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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