Il nuovo disco di Nero Kane si intitola Of Knowledge And Revelation.
A due anni di distanza dal precedente Tales Of Faith And Lunacy, di cui si è scritto anche su queste pagine, in Of Knowledge And Revelation Nero Kane prosegue coerentemente quello che potremmo chiamare il suo personalissimo “percorso mistico”. Ancora una volta la sua musa ispiratrice è la mistica tedesca Mechthild di Magdeburgo e sono proprio alcuni versi della medesima a costituire l’incipit del disco e renderne chiarissimo il messaggio, peraltro già eloquentemente anticipato dal titolo: L’amore senza conoscenza / è oscurità per l’anima saggia. / La conoscenza senza rivelazione / è come il dolore dell’inferno. / La rivelazione senza la morte / non può essere sopportata. Questa sorta di percorso circolare è il filo conduttore che si dipana in ogni brano del disco, in cui si passa da una «signora del dolore che ha rubato il mio cuore fino al giorno della mia morte» (Lady Of Sorrow) per arrivare «all’eterno ritorno, al ciclo senza fine» (The End, The Beginning, The Eternal).
L’ispirazione
Percorso che trova la sua sublimazione nelle coppie di apparenti opposti che aprono Lacrimi și Sfinți, dal curioso titolo in rumeno che significa Lacrime e Santi: fallimento e rinascita, catene ed evasione, debolezza e forza, perdita e redenzione, peccato e fede, vita e morte, lacrime e santi. E in quei “santi” pare quasi di vedere la ricerca di un qualcuno, di una entità capace di intercedere per sostenere il desiderio di arrivare a quella pace interiore così difficile da raggiungere.
I temi sviluppati da Nero Kane nel disco precedente tornano in Of Knowledge And Revelation
Se sul piano dei testi questa nuova opera di Nero Kane riprende le tematiche del disco precedente portandole ad un livello ancora più esplicito e consapevole, altrettanto si può dire dell’aspetto “musicale”. Anche stavolta, infatti, la “cifra” caratterizzante è costituita dai riff tanto minimalisti quanto ipnotici della chitarra di Kane, quasi sempre “puliti” e privi di distorsioni ed effetti elettronici. Riff che, uniti a testi spesso iterativi e talvolta quasi più “recitati” che “cantati”, contribuiscono a creare quell’effetto di mantra che già caratterizzava il disco precedente. Ma anche da questo punto di vista vi sono differenze rimarchevoli rispetto ai Tales, facilmente rintracciabili nello spazio assai maggiore che si è ritagliata quella che, lungi dall’essere solo una valida collaboratrice, sembra quasi contendere a Mechthild di Magdeburgo il ruolo di musa ispiratrice.
Il contributo di Samantha Stella
Stiamo ovviamente parlando di Samantha Stella, che ha notevolmente aumentato la presenza di organo, harmonium e tastiere, anche elettroniche, di vario genere conferendo al tutto un aria “ieratica” che il disco precedente aveva in misura assai minore, oltre a interpretare con indole e toni da ispirata sacerdotessa brani come Burn The Faith e The Pale Kingdom, mentre in Lacrimi și Sfinți le due voci, la sua e quella di Kane, si fondono mirabilmente. Chiudono il disco un pezzo strumentale dall’esplicito titolo, The River Of Light, e il brano Sola Gratia, la cui atmosfera dominata da organo e cori sembra quasi volerci trasportare all’interno di una cattedrale: magari una spoglia cattedrale tedesca, visto che le uniche parole del testo – appunto “sola gratia” – sembrano voler alludere alla teologia protestante, che vede nella grazia divina l’unica fonte di salvezza. In conclusione, un disco in cui Kane porta ad un livello di maturazione ancor più elevato il discorso fin qui intrapreso.
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