Celebre con gli Air, Nicolas Godin fa bene anche da solista con Concrete and Glass.
Forse è inutile ricordarlo, ma Nicolas Godin è uno dei due membri del gruppo musicale francese Air insieme con Jean-Benoît Dunckel. Il duo ha piazzato successi di calibro internazionale e dal 2015 Godin ha affiancato l’attività solista. D’altra parte, l’ultimo disco degli Air risale al 2014, sebbene siano ancora attivi dal vivo.

Intanto come solista Godin arriva con Concrete and Glass al suo terzo LP, se si considera anche una colonna sonora per un Documentario ARTE (Au Service de la France) uscita due anni fa. Cemento e Vetro potrebbe far pensare al passato remoto del polistrumentista francese, che aveva studiato all’École nationale supérieure d’architecture di Versailles prima di intraprendere la carriera di musicista professionista.
Le influenze di un disco composito
Concrete and Glass è un disco dal quale gli echi della musica degli Air non mancano, ma Nicolas Godin guarda anche altrove: i Japan più pacati vengono subito in mente ascoltando tracce come We Forgot Love con la voce di Kadhja Bonet o Time On My Hands con Kirin J Callinan. Ma ci sono aperture verso ballate quasi tradizionali come Back To Your Heart (feat. Kate NV) che si apre con cadenze di batteria e synth ma procede verso ampie melodie che non sfigurerebbero nel repertorio di un Burt Bacharach.
Tuttavia Concrete and Glass offer il meglio quando torna ad accostarsi al repertorio degli Air, per esempio con l’elettronica e le voci filtrate di What Makes Me Think About You.
Architetture sonore
Non mancano neppure le atmosfere da colonna sonora, nelle quali come detto Godin si è speso; senza dimenticare che gli Air hanno firmato quella celebre di The Virgin Suicides. Insomma Concrete and Glass suona un po’ come un compendio delle molte, ottime esperienze di Nicolas Godin e degli Air. Qualche passaggio meno felice quanto a ispirazione (anche il singolo/video The Foundation non è tra i momenti migliori) non inficia un buon risultato complessivo, e certo si riscatta nella bella chiusura della strumentale Cité Radieuse, ambient dai tocchi lounge che ascolteremmo volentieri fra architetture di vetro e cemento.
Be the first to leave a review.