I No Age e il muro del suono con sentimento.
Ah, i giorni in cui l’alt-rock era veramente alt… Ascoltare Snares Like A Haircut dei No Age riporta proprio a quei tempi là. Diciamo a un periodo fra il 1981 dell’esordio spaccacervello degli Hüsker Dü (Land Speed Record) e il 1991 di Smell Like Teen Spirit con i Nirvana che diventano mainstream. Per fortuna il duo di Los Angeles non è solo revival, anzi è un paradigma di questi anni ’10 della musica buona ma sommersa.
Randy Randall (chitarra) e Dean Spunt (canto, batteria) arrivano al quinto album con un cambio di etichetta, da Sub Pop a Drag City. A volte ciò è associato a un cambio di suono. In realtà qui il suono è solo meglio organizzato rispetto al precedente, e molto apprezzabile, An Object.
No Age: te lo ricordi l’alt-rock?
Si diceva prima dei No Age come recupero di un’attitudine alternativa e i referenti sono ovunque. L’iniziale Cruise Control è molto Hüsker Dü (fase matura), mentre Popper farà di certo felici tutti quelli che considerano il grunge (magari in versione Screaming Trees) l’ultimo vera ventata di rivolta del rock. Poi ci sono Tidal, che parte con un cantato narcolettico alla J Mascis salvo risvegliarsi ganzissima, e la quasi suadente Send Me che ricorda i Cure di Just Like Heaven.
I No Age di Snares Like A Haircut sono anche molto odierni
Prima si diceva dei No Age anche come gruppo molto anni ’10, epoca di cui è peraltro arduo definire coordinate generali. Anche perché ci siamo dentro. Epoca difficile, aspra, sempre sull’orlo di crisi di nervi e crisi diplomatiche. Epoca che implora dolcezza. Emblematici di questi anni sono dunque il pop distorto e il fuzz romantico di Randall e Spunt, il loro muro del suono dalle frequenti crepe melodiche. E’ un gioco di contrasti che si può associare all’epos disgraziato di un’altra eccellente formazione odierna, i Protomartyr. E se si deve decidere da che parte penda la bilancia delle emozioni in Snares Like A Haircut, si può dire che alla fine è proprio il fare musica a dare valore all’esistenza, a riscattare ed elaborare il degrado. “Sono andato al parco/ Siringhe dappertutto/ Una sensazione che non provano proprio tutti”. Il punk come è giusto sia oggi.
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