Un progetto inconsueto: Orchestra SMS – Musica Sparpagliata.
Chi ha avuto figli ha sicuramente per casa un cd, o una vhs, o un dvd, se non una cassetta, di una registrazione di una performance musicale o teatrale dei propri bambini, cimeli a favore di ricordi e malinconia per la tarda età del genitore che rimangono nell’ambito dei tesori di famiglia. Difficile che tali esibizioni, per quanto anche studiate con maestri di musica titolati o anche all’interno di scuole d’arte, finiscano per diventare un prodotto finito, buono per il mercato discografico e non solo per ricordo.
Difficile, ma capita, se hai la visione progettuale di Stefano Giannotti, docente della Scuola di Musica Sinfonia di Lucca, che nel 2014 ha coinvolto un gruppo di coraggiosi studenti in un progetto chiamato Orchestra SMS per approdare a questo album.
Un disco di cover
L’idea di base di Musica Sparpagliata è che non c’è modo migliore di imparare a nuotare se non quello di tuffarsi nell’acqua alta, e allora per un giovane acerbo musicista lo stimolo più decisivo può arrivare dal dover affrontare brani da cui è arduo, se non quasi impossibile, uscirne con qualcosa anche lontanamente alla pari dell’originale.
Ancor più se il lavoro deve essere corale, e deve prevedere l’utilizzo di strumenti canonici del rock, ma anche qualche oggetto, fino anche al cellulare che non abbandona mai in ogni momento della giornata, anche quello creativo. Il risultato è questo riuscitissimo cover album, dove da una parte Giannotti ha fatto in modo che l’insieme nascondesse a dovere i difetti dei singoli, e dove brani classici e per nulla semplici della musica del secolo scorso, sono stati riletti con il giusto rispetto, ma anche con la dovuta personalità nel saperli stravolgere.
Orchestra SMS: la Musica Sparpagliata riguarda autori italiani e internazionali
Vengono così riletti sia mostri sacri italiani come Lucio Battisti, presente con 2 brani, uno del periodo Panella (La Metro Eccetera), uno scritto con la moglie Velezia (Mistero), ma non ci si dimentica comunque di Mogol, autore del testo di Molecole con Mario Lavezzi (fu un successo per Bruno Lauzi), fino al Franco Battiato di Re Del Mondo.
E poi grandi nomi stranieri come David Bowie (viene ripescata per il gran finale Memory of a Free Festival, resa però in una versione tutt’altro che festosa), Pink Floyd (i 4 atti di Sysiphus che permettono divagazioni strumentali davvero interessanti), Third Ear Band, Robert Wyatt e Velvet Undeground, e qualche nome che tradisce la passione per certa musica d’avanguardia di fine anni settanta del padrone di casa (Tuxedomoon, David Sylvian, The Young Marble Giants).
L’imperativo è osare e sperimentare, e sebbene in qualche caso vince poi il sacro timore di apparire irriverenti, spesso i testi sacri del rock sono stati utili per comporre una sinfonia originale e davvero personale. Non è facile consigliare un disco senza fare l’elenco degli artisti coinvolti (sono in totale 14, oltre al direttore d’orchestra) e sperare che gli diate una chance, ma se amate gli artisti elencati, un giro in questi paraggi non è tempo perso.
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