Recensione: Pascal Pinon - SundurMorr Music - 2016
Morr Music - 2016
Morr Music – 2016

Pasqual Piñón fu, a inizio ‘900, un freak circense noto come “il messicano con due teste”. In realtà Piñón aveva una sola testa sormontata da una spropositata ciste e decorata con  occhi, naso, bocca e forse barba. Roba non da stomaci delicati, comunque.

Pascal Pinon sono invece due gemelle islandesi ventenni, Jófriður e Ásthildur Akádóttir, e il loro aspetto  giovane e gentile pare poco affine al nome scelto. Questo a meno di non ipotizzare con un certo ardimento che il povero Piñón rappresenti una sorta di simbolo dell’unicità di pensiero nelle teste di due gemelle.

Sundur è il “difficile terzo album”

Comunque sia è proprio quest’idea di unicità nel profondo che ha portato alla nascita di un insolito esempio di “difficile terzo album”. Qui il problema non è la consueta latitanza dell’ispirazione. Dopo la pubblicazione del secondo lavoro (Twosomeness, un manifesto emotivo fin dal titolo), le due si sono per la prima volta separate. Ásthildur è andata a studiare composizione ad Amsterdam e Jófriður ha conosciuto buon successo internazionale con il trio techno Samaris. Ecco dunque che Sundur va considerato il resoconto di una riunione non solo artistica.

Anche stavolta significativo è il titolo, prima metà del proverbio islandese “sundur og saman” (separati e insieme). Ci si poteva dunque aspettare un’ispirazione all’insegna della gioia del ritrovarsi. Invece l’enfasi pare posta sulla rottura, per quanto temporanea, di un legame profondo. Non a caso, arrangiamenti e suoni risultano più essenziali, quasi prosciugati. Le canzoni (parte in inglese  parte in islandese)  hanno un’aria delicatamente austera: poche note di piano,  ritmiche semplicissime, rumori da pascolo di montagna. Significativo anche il verso d’apertura: “Due cuori battono a un ritmo diverso”.

Pascal Pinon: brave, ma qualcosa manca

Si potrebbe parlare di gentilezza problematica, di pop sognante, strano e fascinoso. Al tempo stesso però alcune canzoni tendono a  scorrere come acqua sulla roccia, poetiche ma  troppo fuggevoli. Oppure  soltanto troppo sommesse per farsi notare. Fa eccezione, verso la fine, Babies con il suo andamento solenne a cui le due voci donano un’aria misteriosa e che un po’ fa pensare a un altro duo di giovani donne, Let’s Eat Grandma. Peccato risulti un episodio isolato e non dia l’idea di essere un’indicazione per il futuro.

 

Pascal Pinon - Sundur | Recensione Album
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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