Pivio - Pycnoleptic

Con Pycnoleptic Pivio arriva al secondo capitolo di un’aspra trilogia

Ou belin, avete fatto incazzare Pivio…Torno volentierissimo sull’ex conterraneo e mai domo compositor che, tra colonne sonore con mastro De Scalzi e produzione solista autoctona, si candida ad una zappiana attitudine poco consona da queste parti.

Pubblicato da Creuza/ I Dischi dell’Espleta, Pycnoleptic è secondo capitolo di una, immagino, ipotetica trilogia iniziata con Cryptomnesia, già trattata qui sull’eccelso TTR, e si presenta come uno dei lavori musicalmente più politici e sferzanti, latore di rabbia in divenire a 360 gradi. Insomma, ben lontano, come deve essere, da ispirazioni cinematografiche e semmai calato dolorosamente in questa suggestione di realtà in cui sotto/viviamo.

La title track spiega che il Pivio di Pycnoleptic è lontano da quello delle colonne sonore

La dicotomia tra il lavoro di soundtrack composer e l’anima dell’artista in solitudine è lampante, una perfetta scissione che non si trascina dietro alcuna scoria se non quella di una lettura sin troppo contemporanea tradotta in note incipienti una dolenza ineluttabile.

La title track che introduce il lavoro ci invita in questo personalissimo girone infernale e, per chi non lo sapesse, la picnolessia è quella sindrome che induce brevi perdite di coscienza anche più volte al giorno; quindi manifesto programmatico e, al tempo stesso, specchio di una tendenza diffusa anche in assenza di diagnosi di buona parte del pianeta, specie di quella che, invece, si vive in un contrario eccesso di lucidità di natura telederivativa…

Gli altri brani di Pycnoleptic

Several Horrible Men con le sue distonie sintattiche potrebbe essere singolone d’assalto in una ucronia dove ancora le classifiche sono dominate da songs e non da sounds, perfetta nelle sue incursioni melodiche tam quam nella sua capacità di sintesi sintetica.

Venus with the Ice Lolly è una Tomorrow Never Knows etnorauca, lisergica quanto basta per diventare tutti brandelli di un caleidoscopico topic, come le liriche stesse suggeriscono, anche se parlando con un ventenne scopro che manco sa cosa sia un caleidoscopio e non c’è app che possa sostituirlo. A suo modo il brano deve qualcosa persino agli ultimi Siouxsie and the Banshees…

Tejee Se Janaa tira il freno al profluvio di beat precedenti e appoggia su una base fakeacoustic una voce vocoderizzata prossima alla disumanizzazione, protochippata e disturbante nella migliore accezione del termine, che si sposta progressivamente su territori che assumono i colori di un asiatico incubo.

Welcome to the Party of Nowhere non sarebbe sfigurata in Outside, sì quello del duca, da sempre tra i numi tutelari di Pivio, una sorta di raga elektro dove i colori dei synth conducono su tele inesplorate per dolenti considerazioni su un festoso nulla; non so se la definizione renda, come al sottoscritto, l’idea.

Con la cover di Mass Production del duo Iggy/David, presente su quel monolito che è The Idiot, si arriva ad un vertice di amorevole omaggio reso con l’affetto del primevo fan e si celebra la distorta cacofonia di uno spaccato quotidiano di ardua speranza di redenzione.

Chiude l’opera Pyschotranceatlantic, uroborico viaggio su onde glaciali sferzate da colpi di synth che si inseguono come nella migliore scuola della reiterazione condotte da un carontico ed ispirato cantato.

Si aggiunga che al lavoro ha collaborato l’amico di sempre Marco Odino, già Scortilla con Pivio,  che la registrazione è in Dolby Atmos per gli amanti del nuovo ascoltar  e che il tutto sarà condito da una messe di accompagnamenti visuali a cura di Matteo Malatesta, tutti ingredienti contenuti in un ottimo vinile rosa shocking come i 45 giri da juke box del Clan di Celentano. Ultima nota per iniziati: il lavoro durata esattamente 42 minuti, numero che ai lettori di una certa guida dovrebbe ben ricordar qualcosa…

Pivio - Pycnoleptic
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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