Il terzo album di Playboi Carti, Music, è anche il suo migliore.
Il terzo album ufficiale di Playboi Carti si chiama Music (sulla copertina I Am Music), è stato pubblicato il 14 marzo 2025 da AWGE e Interscope Records, e quindi arriviamo in ritardo a recensirlo, ma dura 77 minuti per 30 tracce e ci vuole un po’ di pazienza per entrarci dentro.
Music segna il ritorno di Playboi Carti a oltre quattro anni dall’uscita del precedente Whole Lotta Red, che ha avuto un bel successo ma che mi era parso – e ancora mi pare – abbastanza orrendo. Annunciato inizialmente poco dopo il secondo, l’album era stato originariamente chiamato Narcissist prima di essere rinominato Music. La registrazione pare sia stata articolata, con l’intenzione di sperimentare suoni nuovi.
Una campagna pubblicitaria di peso per il lancio del disco
A leggere la lista di chi ha partecipato ci vogliono quasi altri 77 minuti: ricordiamo almeno Travis Scott, The Weeknd, Kendrick Lamar, Jhené Aiko, Skepta, Future, Lil Uzi Vert, Ty Dolla Sign e Young Thug, oltre a una quantità di produttori fra i quali Ojivolta, Cardo, F1lthy, Kanye West, Metro Boomin, Mike Dean e Southside. Evidentemente si sono dimenticati del grafico per la copertina e alla fine è uscito con questa.
La campagna di anticipazione è stata preparata molto bene. Nel corso del 2022 e 2023, Carti ha anticipato tracce inedite tramite live e post sui social , teaser criptici, uscite esclusive di video su Instagram, aumentando l’attesa tra i fan. Spotify ha collaborato alla promozione utilizzando cartelloni pubblicitari in luoghi di rilievo come Times Square, con slogan come “MUSIC IS COMING” e “SORRY 4 DA WAIT”. Atteso e raggiunto il successo: il disco ha debuttato al primo posto in numerose classifiche.
Se Music è il disco migliore di Playboi Carti, lo è pagando un prezzo
Rispetto ai due dischi precedenti, Music rappresenta un passo avanti per Playboi Carti, ottenuto però aumentando la dipendenza da alcuni modelli: da una parte Lil Wayne e dall’altra Travis Scott, pur mancando della qualità tecnica del primo e (almeno per il momento) della capacità del secondo di mettere in piedi spettacoli che stanno segnando l’approccio al rap delle generazioni Z e Alpha.
Inizialmente Music sembra interpretare la copertina dell’esordio Die Lit (quella con i punk, le creste e il mosh), con un Carti che mette da parte il mumble e la baby voice per un approccio più aggressivo, evidente in tracce come Pop Out, Evil J0rdan e Mojo Jojo. Crush introduce un uso interessante dell’elettronica.
Verso il centro ci sono alcune tracce che magari sono carine, ma che pagano il prezzo di collaborazioni di peso: è il caso di Rather Lie con The Weeknd, melodica, nella quale Carti smette i toni aggressivi di altre tracce per adeguarsi al mood generale. In Toxic, Skepta mette Carti a fare tappezzeria.
Il problema è soprattutto nella seconda parte di Music nella quale subentra una certa pigrizia nella produzione e nell’interpretazione di Carti, magari alternata a pezzi con buone idee (Cocaine Nose, Like Weezy, la conclusiva South Atlanta Baby). Alla fine però la noia prevale e viene voglia di selezionare una decina di pezzi sui 30 e chiuderla in una ventina di minuti. Come un disco punk.
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