I Preoccupations imboccano una nuova strada con Ill at Ease.
Con Ill at Ease, il gruppo canadese Preoccupations arriva al suo quinto album, segnando un’evoluzione significativa nel proprio percorso artistico. Il nucleo della band – composto da Matt Flegel (voce e basso) e Mike Wallace (batteria) – proviene dall’esperienza precedente con i Women, scioltisi nel 2010. Come Preoccupations, la formazione ha inizialmente mantenuto un’impronta fortemente post-punk, evidente nel debutto omonimo del 2015 (originariamente pubblicato con il nome Viet Cong) e nei successivi Preoccupations (2016) e New Material (2018), caratterizzati da chiare influenze in stile Joy Division e affini – un orientamento, del resto, piuttosto marcato negli anni Duemila.
Nel 2022, con Arrangements, si era già percepita una svolta: un suono più definito, arrangiamenti più limpidi e una maggiore attenzione alla melodia – con risultati, tuttavia, non del tutto convincenti. Ill at Ease consolida questa traiettoria, accentuandone gli aspetti più pop, pur conservando riferimenti alla cultura musicale degli anni ’80 e a un immaginario apocalittico e introspettivo, almeno nei testi.
Struttura e sonorità
L’album si compone di otto tracce. L’apertura è affidata a Focus, brano costruito su un incipit ritmico e incalzante, arricchito da voci femminili. Segue Bastards, pezzo dal carattere solare e synth-pop, in netto contrasto con i versi che evocano scenari catastrofici (“I think we’re ready for the asteroid”). Dopo la marziale, almeno nell’intro, title track, sa linea prosegue con Andromeda e Sken, dove le influenze si fanno più esplicite: dai Depeche Mode agli U2.
Brani come Retrograde o Panic riportano invece alle origini, con echi industrial, elementi di pop progressivo, groove krautrock e suggestioni di disco-futurismo. La conclusiva Krem 2 è una traccia atmosferica e stratificata, che richiama i finali estesi già presenti nei lavori precedenti.
Cambiamenti stilistici
Rispetto a Arrangements, Ill at Ease si distingue per una scrittura più compatta e una maggiore immediatezza melodica. I brani sono più brevi, le strutture meno dilatate, con una chiara propensione verso forme-canzone più riconoscibili. In questo senso, il disco rappresenta un passo deciso verso una semplificazione formale, forse alla ricerca di un potenziale singolo di successo, che però non si materializza.
Al di là della volontà di rinnovamento, Ill at Ease mostra come i Preoccupations siano capaci di scrivere con discreta coerenza, ma ancora lontani dal raggiungere la forza espressiva dei loro modelli – sia nella versione post-punk, sia in questa più melodica.
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