Pulp - MoreRough Trade

I Pulp  ritornano in scena con More a quasi 25 anni dal primo commiato.

Sono passati 24 anni dal precedente disco dei Pulp, 23 dal loro scioglimento.  Quel disco si chiamava We Love Life e forse si sarebbe dovuto aggiungere Nonetheless alla fine del titolo. Si trattava infatti di un lavoro tanto affascinante quanto introflesso (produceva, non a caso, Scott Walker) che pareva fatto apposta per spaventare quel pubblico che nel 1995 di Common People (singolo) e Different Class  (album) li aveva eletti a star un filino problematiche del britpop allora al brit top. A regalare loro questa fama dava un contributo fondamentale il segaligno e occhialuto frontman Jarvis Cocker.

I Pulp dopo lo scioglimento

C’era poi stata la reunion del 2012 con il pubblico che aspettava solo Common People oppure Sorted for E’s & Wizz per ricordarsi di quando si drogava forte e c’era Tony Blair. Nostalgia perversa, insomma. Intanto il  leader pubblicava rari dischi a proprio nome oppure come Jarvis o Jarv Is (quando si dice la frammentazione dell’ego) che certo convincevano, sempre però facendo rimapiangere la casa madre.

Inevitabile che la nuova riunione del 2022 abbia inizialmente lasciato perplessi come una gita in novembre a Sheffield (città d’origine della band), con l’aggravante dell’annuncio di un album in fase di lavorazione. Intanto, a inizio 2023 arrivava la notizia della scomparsa di  Steve Mackey, bassista della band.

“This is the best we can do. Thank you for listening.”

Anche il messaggio di autopresentazione stampato nell’interno di copertina (“Questo è il meglio che possiamo fare. Grazie per averci ascoltato”) sembrava mettere le mani avanti.  Invece, a sorpresa, More è un disco  vitale e denso, appassionato e con tocchi d’ironia, ovvero tutto il meglio dei Pulp degli anni d’oro.

In realtà si percepiscono cambiamenti rispetto ad allora. Intanto la sempre riconoscibile voce di Jarvis Cocker ha abbandonato certe sue tonalità nevrasteniche per diventare più profonda e articolata, forse ispirandosi al già citato Scott Walker, al Leonard Cohen anni ’80  o alla canzone francese affrontata  quattro anni fa in Chansons D’Ennui Tip-Top.  E il Nostro resta uno dei pochi a non cadere nel retorico durante i tanto amati recitativi.

Il mondo visto da Jarvis Cocker

Altro rinnovamento nella continuità è dato dai testi che perpetuano la classica immagine da Woody Allen del rock di Cocker (“Mi stavo picchiando con un appendiabiti/ Indovinate chi ha vinto” – Spike Island; “Il mio sesso/ E’ una leggenda metropolitana” – My Sex), aggiungendovi notevoli meditazioni sulle difficoltà nel diventare adulti-anziani (“Lo so che conta il viaggio e non la meta/ Ma cosa succede se ti viene il mal d’auto appena partito?”- Grown Ups). Poi ci sono gli amori molto difficili (“Scene da un matrimonio mai avvenuto/ anche se una volta ti ho comprato un anello”- Tina) e i guizzi d’attualità sociale, magari improbabilmente associati allo spettacolo  di un tramonto (“La prima regola dell’economia?/ La gente infelice spende di più”- A Sunset).

La principale novità è rappresentata dalla scelta come produttore dei fichissimo James Ford (Arctic Monkeys e Blur nel CV recente),  qui bravissimo ad associare le passioni vintage e/o moderniste connaturate al suono del gruppo (ad esempio la disco fra Marc & The Mambas e Patrick Hernandez di Got To Have Love) con gli archi dell’Elysian Collective e il coro di voci diretto da Laura Moody.

More è soprattutto un disco di ottime canzoni

Tutto questo sarebbe bello ma non decisivo, non fosse che la metà abbondante delle 11 canzoni risulta efficace e coinvolgente già al primo ascolto (per migliorare nei successivi), specie quando il quartetto procede a passo spedito, magari un filino anfetaminico. Ecco, se una critica può essere fatta a More è nella sequenza dei brani, che perdono un po’ di vigore nella seconda parte, anche se la conclusione di A Sunset,  con alle voci ben cinque Eno fra cui Brian, è commovente.

E così i Pulp si aggiungono ad altri veterani britannici ritornati in scena ancora vitali e credibili, come i Blur e i Cure. Forse il nome smilzo aiuta a rimanere in forma.

Pulp - More
8 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Di Antonio Vivaldi

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.