Villains: il ritorno dei Queens Of The Stone Age.

Una delle uscite importanti di questo 2017, Villains è il ritorno atteso dei Queens Of The Stone Age di Josh Homme. Che si presentano al loro pubblico con un disco privo di collaborazioni esterne, al contrario del precedente … Like Cloackwork, che ne aveva molte. Nonché con un produttore, Mark Ronson, lontano dal genere praticato dai Queens Of The Stone Age. Mentre la formazione è ormai quella tradizionale, con Troy Van Leeuwen, Dean Fertita, Michael Shuman e Jon Theodore.
Queens Of The Stone Age nel panorama musicale contemporaneo
Va detto però che le novità apparenti non sono poi così importanti nel risultato finale. Villains non è lontano dal predecessore, alternando momenti deflagranti ad altri più posati. Insomma i Queens Of The Stone Age restano interpreti di un rock potente, ma certo ormai lontano da quello di Rated R. Nonostante la copertina, peraltro bruttina, lascerebbe pensare a qualcosa di più tosto. Non è comunque Mark Ronson a imprimere una svolta più easy listening, come qualcuno potrebbe pensare. A quanto pare è stato incluso nella squadra per le profonde conoscenze di ingegneria musicale, non per rendere Villains un disco ballabile.
Le prime canzoni di Villains
D’altra parte Josh Homme al groove ci tiene, e per fortuna. Lo dimostra bene il primo singolo, The Way You Used To Do.
Uno di quei momenti glam-rock che i Queens Of The Stone Age interpretano alla perfezione. Nonché un ottimo biglietto da visita per il disco. Che ha però i suoi momenti più tetragoni in brani come Domesticated Animals o Head Like A Haunted House, quest’ultima concitata e quasi garage.
Ma la seconda parte di Villains è la migliore
A parte The Way You Used To Do, però, il meglio del disco arriva nella seconda parte cominciando con Un-reborn Again, che non sarebbe stata male nella recente collaborazione con Iggy Pop. Altrettanto si può dire per l’ottima Hideaway, melodicamente perfetta. The Evil Has Landed è di nuovo abbastanza aggressiva, con un bel riff, ma anche molti cambi di tempo e una vena psichedelica. Infine la conclusione con Villains Of Circumstances, dal basso iniziale che rinvia al Lou Reed di Walk On The Wild Side e rivela poi una ballata malinconica e potente.
Josh Homme e i Queens Of The Stone Age
Uno dei dischi più centrati per Josh Homme e i suoi Queens Of The Stone Age, insomma. Che continuano a crescere con gli incontri (oltre al già ricordato Iggy Pop, come non ricordare almeno gli Arctic Monkeys e John Paul Jones per Them Crooked Vultures?) e restano fra i non moltissimi a proporre del rock forse non più troppo hard, ma ancora molto interessante.
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