Riccardo Tesi & Banditaliana tra folk, rock e altro ancora.
Potrà sembrare strano trovare la recensione di un disco “folk” in un sito che ha il termine “rock” perfino nel nome. Ma, in realtà, il folk – anche se soprattutto quello d’oltreoceano – ha un consolidato diritto di cittadinanza su Tomtomrock. E poi in fondo, come ama dire il chitarrista dei Sacri Cuori – e non solo – Antonio Gramentieri, “il liscio è il nostro country”. E proprio al ballo liscio, depurato da ogni “eccesso da balera”, Riccardo Tesi ha dedicato uno dei suoi dischi più belli (Un Ballo Liscio, 1995). Ma quello di Banditaliana è tutt’altro che liscio “classico”. Da anni Tesi e i suoi sodali fanno un lavoro di scavo nella tradizione popolare italiana, elaborando un sound che ha una sua ben definita cifra stilistica. Che ovviamente mantengono anche quando compongono e interpretano i propri pezzi.
Un sound mediterraneo per Argento
Col passare degli anni questo sound si è fatto sempre più “mediterraneo”. Senza peraltro perdere un solido ancoraggio alla tradizione popolare italiana. E ha cementato un sodalizio che dura ormai da venticinque anni, nonostante – o forse proprio per questo – i suoi membri coltivino ognuno anche altri progetti: dal jazz manouche di Maurizio Geri al quartetto di organetti diatonici Samurai per Tesi, fino al progetto solista di quell’autentico one man band che è Gigi Biolcati. E questo disco intende proprio celebrare, fin dal titolo, i venticinque anni di attività di uno dei gruppi più longevi della scena musicale italiana.
Su Argento, Riccardo Tesi & Banditaliana alternano composizioni originali e tradizionali
Anche stavolta il disco alterna pezzi solo strumentali (Ciociaria, Giri, Donna Tita, Nordest, Puma) a brani popolari “rivisitati” (Donna Guerriera) e a composizioni originali (Napoli, Miniera). Completano l’elenco un brano dove è evidente l’influsso della tradizione musicale occitana (Anar Passar), che riporta agli esordi di Tesi e alla sua collaborazione col mandolinista Patrick Vaillant. Nonché un toccante omaggio a Gianmaria Testa (Polvere di Gesso), impreziosito ancor più dalla tromba di Paolo Fresu.
In molti collaborano per la riuscita di Argento
Già, perché – come a ogni celebrazione di nozze d’argento che si rispetti – gli invitati sono numerosi e portano doni di pregio. Oltre al citato Fresu, troviamo Mauro Pagani suonare il bouzuki in Anar Passar. E poi alcune delle più belle voci della musica popolare italiana (Elena Ledda, Lucilla Galeazzi, Ginevra Di Marco e Luisa Cottifogli, tutte già partners di Tesi nel progetto “Bella Ciao”) darsi il cambio in Donna Guerriera. Senza dimenticare un’altra delle star europee dell’organetto diatonico e socio di Tesi nei Samurai, il basco Kepa Junkera, in Nordest. Il gruppo mostra, come sempre, un affiatamento invidiabile, nel quale si inserisce in quasi tutti i brani il contrabbasso di Nicola Vernuccio e, nei due brani strumentali più lenti Bradipo Re e Donna Tita, il vibrafono di Ettore Bonafé.
Argento è la conferma del talento di Riccardo Tesi & Banditaliana
E proprio nei brani “lenti” l’organetto di Riccardo Tesi trova il modo di disegnare alcuni di quei gioielli melodici per i quali va giustamente famoso. Spesso dialogando con la chitarra di Maurizio Geri o col sax di Claudio Carboni. Un disco ricchissimo e molto vario, dove però non c’è una nota di troppo. Suonato da virtuosi del proprio strumento che non fanno alcuna concessione al virtuosismo fine a se stesso. A conferma dell’ormai consolidatissimo talento di compositore e di produttore del musicista pistoiese.
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