Ryley Walker e la svolta (più o meno) prog di Course In Fable.
Nonostante gli anni passati dal suo esordio (All Kinds Of You del 2014), Ryley Walker sorprende e confonde ad ogni uscita. Sono passati pochi mesi dal disco in duo (o meglio in duello) con il gruppo psych giapponese Kikagaku Moyo e già esce il nuovo lavoro solista, Course In Fable. Walker sostiene nelle interviste che questo doveva essere un doppio LP dedicato al prog-rock, ma così non è stato, almeno in parte. Di certo l’ascolto ossessivo di gruppi come Genesis e Gentle Giant ha lasciato chiare tracce, ma nessuno, all’ascolto di Course In Fable potrà parlare di progressive. Da parte del trentunenne chitarrista di Chicago si può comunque notare un, ehm, progressivo allontanamento dal folk-rock del disco che lo ha portato alla ribalta, quel Primrose Green pieno di rimandi grafici e musicali a una stagione musicale irripetibile.
Le sorprese di Course In Fable
Fatte queste premesse occorre dire che Course In Fable è una sequela di sorprese. L’apertura di Striking Down Your Big Premiere conferma la sbornia prog, con un brano che riecheggia di fraseggi alla Steve-Hackett-Selling-England e reminiscenze crimsoniane. Subito dopo, la delicata ballata Rang Dizzy, con sottofondo di violoncelli, potrebbe ricordare un Nick Drake redivivo, calato nel nostro tempo. Con A Lenticular Slap c’è un brusco cambiamento d’atmosfera: il decollo è un po’ faticoso fin quando non si torna a progressioni frippiane da zona rossa, cioè dalle parti di Red.
Gli amici di Ryley Walker in Course In Fable
Tolto che non sempre il cantato di Walker riesce a convincere del tutto, anche i successivi minuti di questo torrenziale disco riescono a fornire motivi d’interesse, a far sospendere ogni attività per districarsi tra le innumerevoli “voci” che lo attraversano: un po’ di Crosby qui, il post-rock dei Tortoise là, ma sempre senza ricalcare. Aiutano con forza e sostanza il solito Bill McKay a chitarra e piano, già con Walker in due dischi cointestati, e una ferrea sezione ritmica composta da Andrew Scott Young al basso e Ryan Jewell alla batteria. Produce e conduce in porto il disco una garanzia come John McEntire, già con Gastr Del Sol, Tortoise e molti altri artisti come Wilco, Will Oldham e Teenage Fanclub.
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