Sweet Little Mystery: Sarah Jane Morris interpreta John Martyn

Sarah Jane Morris è piuttosto conosciuta nel nostro paese, grazie ad apparizioni anche un po’ bizzarre assieme ad artisti come Riccardo Cocciante, Riccardo Fogli e gli Stadio . Detto questo, la Morris è stata anche vicina a territori più aderenti allo spirito di Tomtomrock, come la sua partecipazione al progetto Soupsongs dedicato alle canzoni di Robert Wyatt della trombonista Annie Whitehead o la sua collaborazione con il chitarrista Marc Ribot nell’ottimo August, disco di cover che comprendeva brani di Nick Cave, John Lennon, Leonard Cohen, Marvin Gaye e altri.
Sarah Jane Morris grande ‘coverista’
L’arte della cover version è una consuetudine per la cantante di Southampton, ed è un genere in cui eccelle. L’ultimo progetto della Morris si rivolge ad un personaggio particolarmente amato e rimpianto da chi collabora a queste pagine: il litigioso, ingombrante, geniale e sfortunato John Martyn; prima folk rocker e chitarrista innovativo, poi soul man e crooner, quindi ispiratore del primo trip-hop, ma soprattutto compositore di memorabili canzoni. Alcune di queste sono oggetto di Sweet Little Mistery, il disco che Sarah Jane condivide con il chitarrista londinese Tony Rèmy, già collaboratore di punta della scena jazz inglese e di molti artisti come Jack Bruce, Matt Bianco e Simply Red.
I pezzi di John Martyn scelti da Sarah Jane
La scelta del materiale è quasi un Greatest Hits, con brani come Solid Air, May You Never, Over The Hill, Couldn’t Love You More, One World e la duplice eccezione di Carmine e Call Me, numeri certo meno conosciuti, ma molto adatti alla voce della Morris. Ben poco da ridire sugli arrangiamenti, che rispettano la raffinatezza jazzata dell’ultimo periodo della carriera di John Martyn, con picchi assoluti nelle versioni di One World e I Don’t Wanna Know. La voce della Morris, poi, sembra fatta apposta per cantare queste canzoni. Omaggio perfetto e assai rispettoso, ma forse ci saremmo risparmiati l’assolo di chitarra wah-wah su May You Never, anche se a John, con la sua verve di bastian contrario, sarebbe magari piaciuto così…
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