Serpents: mantra oscuri che, paradossalmente, illuminano Anima

Che brutta persona che sono a volte nella mia veste di recensore… Come essere umano pure peggio. Capita che ti arrivino materiali da ascoltare e, per un motivo o per l’altro, non riesci a farlo come dovresti e quindi il tempo passa, passa… Poi un giorno metti sul piatto uno di questi vinili e….

Ed è quello che è accaduto con questa uscita dei Serpents, duo costituito dalla visual artist (le copertine dei loro album, bellissime e profane, sono sue) e sperimentatrice sonora Karyn Crisis e dal sound engineer e molte altre cose Luciano Lamanna ai suoni. È un lavoro assolutamente ascrivibile ad un genere che continua a perseverare pur essendo rimasto confinato, salvo rarissime eccezioni, in una ingiusta nicchia mediatica, e parliamo di un incrocio tra le primissime emissioni dei Current 93 e pure qualcosa dell’ultima Diamanda Galas.

I sei brani di Serpents – Anima

Anima (Bloodrock Records) si dipana attraverso sei brani che fungono da pericoloso viatico verso territori esoterici che prendono subito la giusta china con Ecate Celeste, un glitch appoggiato su musica parasacra accompagnato da una caustica cantilena reiterata come un mantra oscuro. Incantesimo invece guarda, a suo modo, ad un Tibet inverso (sia David che il territorio ed i suoi significati) e che traccia le coordinate per chissà qual destinazione aurale, la voce poco più che una emissione respiratoria declamante formule ignote.

Alpha Omega è, pleonasticamente, sia il principio che la fine – ci si possono cogliere le malinconie dei Coil più rarefatti – e la voce di Karyn non si piega alle necessità del suono ma travalica il concetto di sognante portandoci dalle parti di Sandman. Requiem è pura ascensione contraria, un riposo che scende spiralideo al centro di chissà quale terra pur di evitare le certezze del cielo. C’è qualcosa di profondamente pagano nella voce che emette nuove litanie.

Your Cold Embrace è quasi Ballardiana: immagino accoppiamenti tra umano e materia fredda, sia essa metallo o altro che l’immaginazione indotta dai suoni suggerisca a chi ascolta. Centrum chiude il lavoro con una sua specifica marzialità, il ritmo incalza per una danza non conscia, zero concessioni a ruffianerie discoindustrial, un vero e proprio disco inferno…

Musica per un bellissimo disagio

Un lavoro quindi assolutamente consigliato a chi ha ancor voglia di accogliere risvegli sperimentali ed immergersi in una magnifica sconfort zone. Consiglio anche di recuperare il precedente Scongiuri, emesso in splendido vinile ambrato ed eccoci pronti per un anti Christmas come non se ne sentivano da eoni.

Plauso finale per la coraggiosa etichetta BloodRock Records, realtà uninominale che, nonostante i tempi più bui dei suoni sin qui descritti, persevera nella ricerca di artisti di questa fatta e presso il cui canale Bandcamp è possibile acquistare gli importanti materiali. Ci tornerò su.

Nema…

Serpents - Anima
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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