Shljuka - Octave Up

Octave Up: jazz e ascendenze balcaniche per lo Shljuka Quintet di Aleksandar Jovanovic.

Shljuka è il nome d’arte del musicista serbo Aleksandar Jovanovic, autore e arrangiatore di tutte le musiche degli otto brani che compongono la sua ultima fatica Octave Up. L’album esce per la A.MA Records, etichetta pugliese che guarda sovente verso la sponda orientale dell’Adriatico. Per l’occasione Jovanovic, che suona il pianoforte, si è avvalso della collaborazione di alcuni fra i nomi più prestigiosi della scena jazz serba: Ivan Radivojevic alla tromba, Rastko Obradovic ai sax, Milan Pavkovic al contrabbasso e  Aleksandar Cvetkovic alla batteria.

La fusione sonora ed emotiva di Octave Up

Octave Up esplora le connessioni fra i linguaggi del jazz e la tradizione musicale balcanica; è musica jazz, ma è anche – e profondamente – musica serba. Con le debite differenze è un po’ quello che Napoli Centrale o Daniele Sepe hanno fatto per innestare la tradizione napoletana e mediterranea nella musica afroamericana.

Tutti i brani sono ispirati al mondo serbo, siano essi opere letterarie, paesaggi naturali, momenti di vita o impressioni personali dell’autore, a testimonianza di quanto l’opera sia strettamente legata al Paese balcanico. L’inizio è con Five or Nine dalle coloriture e dalle atmosfere cangianti: momenti soffusi e meditativi dal mood malinconico si alternano ad altri più vivaci, ma è lo stile pianistico di Jovanovic che emerge per la sua fantasia e capacità di variare e donare freschezza e fascino al tutto. Prevale ancor più la malinconia in Blue Danube: il piano scorre veloce come il fiume che ha visto svolgere intorno alle sue acque molti eventi drammatici, ma è il sax che sembra portare su di sé le inquietudini della vita.

What If… è forse il brano che ti si imprime per primo in testa per la perfetta fusione fra atmosfere e stili tipici del jazz urbano americano, in particolare lo splendido e arrabbiato solo di tromba, e le sonorità balcaniche che si palesano nel nervoso finale.

Spero di essere riuscito a dare una almeno parziale idea dello stile di Octave Up attraverso queste brevi descrizioni, il disco procede con altre cinque tracce che confermano quanto di buono ascoltato fino a ora. Due parole però sulla conclusiva Wich Way, in stile big band con gli assolo dei vari musicisti che così si congedano con un’ulteriore dimostrazione della loro qualità. È una qualità che non sta tanto nella bravura tecnica, che pure c’è copiosa, quanto nella forza emotiva e nella capacità di creare e far funzionare egregiamente l’interplay fra i vari strumenti. Il risultato è un jazz non canonico o scolastico, ma vissuto come materia viva e palpitante dentro la quale innestare le proprie radici e la propria storia musicale e culturale. 

Shljuka Quintet - Octave Up
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Nato nel 54 a Palermo, dal 73 vive a Pisa. Ha scritto di musica e libri per la rivista online Distorsioni, dedicandosi particolarmente alla world music, dopo aver lavorato nel cinema d’essai all’Atelier di Firenze adesso insegna lettere nella scuola media.

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