Da Genova il ritorno dei Simon Dietzsche con Balleremo Ancora.
Questo disco mi è stato proposto il 24 febbraio in una bella occasione. Ancora non si sapeva cosa sarebbe successo pochi giorni dopo, abbracci e baci inconsapevoli ma già aleggiava qualche colpo di tosse.
Simon Dietzsche è un nome che nella mia città, l’ex bella Genova, negli anni della new wave aveva un suo perché, anticipatori di una linea che intersecava cantautorato colto e nuove suggestioni d’oltremanica. Bizzarro ma non più di tanto quindi che il combo, dopo una carriera erratica ed errante, e per qualcuno anche eroica ed erotica, si ripresenti in questi neo anni 20 con un lavoro organico e rappresentativo della loro mai celata estetica.
Musica per il presente
Potrei adesso mettermi a raccontare aneddoti e gesta del bel tempo che fu e che li vide baldanzosi profeti neodandy, oppure ricordare i manifestini homemade che tappezzavano pali della luce e ogni luogo dove affiggerli era proibito, ma preferisco guardare all‘hic et nunc, e ben me ne incoglie. Balleremo Ancora è disco di canzone, al singolare, perché è omaggio sincero alla forma canzone che oramai ci siamo dimenticati tra reggaeton e trap, musica per orecchie che richiedono solo e unicamente l’ascolto di canzoni ottimamente scritte, egregiamente eseguite e magistralmente prodotte.
L’attitudine musicale di Simon Dietzsche – Balleremo Ancora
Nelle dieci songs che compongono l’opera si individuano orientamenti sonori ad ampio respiro: citazioni inevitabilmente cittadine, con quelle inflessioni etniche di chi ben sappiamo, gige irlandesi credo consapevoli in Stiamo per Cominciare, refrain che ricordano il loro dna nato negli anni dei primi Diaframma e Litfiba, magnifiche cavalcate rockwave in M.A.M.A, i controtempi XTC e Denovo di Saldi, la personalissima Vergine, l’andamento para west di Radio Rossa con quelle tastiere così vintage e così moderne, la mia preferita L’Onore Perduto e la sinestetica Mala Tempora premonitrice e sintetica. Si chiude in intimità con Balleremo Ancora, una bella ballad dove la nostalgia lascia spazio al nuovo divenire, senza retorica e con assoluta speme.
Disco di suoni ma anche di voce, la voce di Ferdi Barcellona che da anni profonde, insieme ai “ragazzi” della band, ovvero Paolo Galleano alla batteria e ai cori, Paolo Bora Tansi, basso e cori, Michele Pedemonte, tastiere, Davide Giancotti chitarra, Andrea Rigo Romeo, chitarra, fede e passione infischiandonese di classifiche e show. Per sudare dal vivo come sempre occorre fare quando si sceglie questo tremendo e meraviglioso mestiere.
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