Sleater-Kinney: venticinque anni di Riot Girls.

The Center Won’t Hold è il nono album in studio delle Sleater-Kinney, una band particolare che ha seguito un percorso non sempre facile e con alterni successi. Coccolate da una parte di critica e da una nicchia di affezionati estimatori, le ragazze di Olympia (Washington) nascono artisticamente nel 1994 e tra pause, cambi di rotta e di componenti, giungono al loro quarto di secolo di carriera con un disco decisamente riuscito. Sempre fedelissime a un certo rock “alternativo” e a testi fortemente improntati sulle politiche sociali recenti, le Sleater-Kinney del 2019 si presentano con un titolo che suona come un monito: The Center Won’t Hold (il centro non reggerà). Il mondo perde l’equilibrio e in questo scenario apocalittico le Sleater-Kinney, abituate ai cambiamenti, mutano ancora direzione guardando verso un nuovo orizzonte.
St. Vincent: “dite che vi mando io…”
La responsabile del nuovo vocabolario musicale della band statunitense è proprio lei: Annie Clark (aka St. Vincent). È lei che, in quanto produttore dell’album, ha smorzato gli attacchi nervosi ed elettrici più ostici e la riottosità degli accordi irritanti per lasciare spazio a sonorità più glamour. È lei che dalla cabina di regia, come una quarta S-K, ha contribuito alla realizzazione di un brano come The Future Is Here. Il primo singolo infatti è perfettamente confezionato alla maniera di St. Vincent quando fa la prima della classe e non teme rivali perché sa come confezionarti un pezzo fico senza scadere troppo nell’easy listening.
Le nuove canzoni di Sleater-Kinney – The Center Won’t Hold
A parte il singolo sopra citato, The Center Won’t Hold è un disco che suona fresco e immediato come se le ritrovate S-K fossero al debutto. Si parte alla grande con la title, track, una bella ballatona post punk, per arrivare a Reach Out, forse il brano più orecchiabile del tutto. Non mancano i riferimenti alle origini con due brani “indie rock” che ricordano un passato recente della band statunitense: Ruins e TheDog/The Body. The Center Won’t Hold quindi è un disco che non nasconde il desiderio di accontentare tutti? Può darsi. E secondo noi ci riesce!
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