Tears For Fears - Songs from a Nervous PlanetConcorde Records - Universal

Songs from a Nervous Planet: i Tears For Fears e i mali del mondo.

Quante anime si possono avere? Gli antichi Egizi ne prevedevano sette, e io credo di averne anche qualcuna di più quando si parla di interessi, in questo caso musicali. E qui, a parlare, o meglio, a scriverne, sarà la mia anima pop…

Che percorso quello dei Tears For Fears, superstar negli anni’80, implosi dopo tre album a loro modo epocali  a causa, si legge, di un Roland Orzabal in odor di Brian Wilson per quanto concerneva la produzione e sempre più McCartneyiano per la ricerca della perfect pop song. Questo mentre un esausto Curt Smith salutava e si eclissava per un pò. Il riavvicinamento arriva nel 2004 con l’uscita dell’ufficialmente sesto album, Everybody Loves An Happy Ending, il quarto con il  duo riunito, che celebrava una beatlesianità mai sopita e ricongelava subitaneamente il moniker sino all’uscita di The Tipping Point del 2022, ultima emissione ufficiale sino all’uscita attuale di questo ibrido. Songs from a Nervous Planet unisce infatti 4  inediti nuovi di trinca (5 nell’edizione stralimitata Target, mannaggia a loro, meno male che l’omissis non è proprio sto granchè…)  e 18 brani live catturati durante un tour a Franklin (TN) da cui è stato anche tratto un docuconcerto, A tipping point film.

Si rammenta che, sin dal nome della band, appare chiaro quanto concetti antroposociali e trattati psicoanalitici abbiano infarcito le canzoni (senz’altro dei primi due album). Anche il titolo del nuovo lavoro mostra che  l’interesse per l’essere umano ed il suo rapportarsi con un proprio io sempre più in preda ad ansie e stress, sempre meno circondato da empatia rispetto a quel che ci circonda, è ancora alto.

Songs from a Nervous World: un disco, per forza di cose, fra passato e presente

Se è vero che le quattro canzoni inedite poste ad overture delle successive sono ammantate di purissimo spirito pop e melodie immediatissime, è anche vero che contengono nuovamente nei testi riflessioni personali (la Emily di Emily Said è la medesima della song che la precede, The Girl That I Call Home, ossia la moglie di Orzabal), ma anche universali come in Astronaut, mentre l’iniziale Say Goodbye to Mum and Dad non sfigurerebbe con certe songs degli Arcade Fire fase Everything Now, il che mi fa sperare ed aspettare che presto o tardi si palesi un nuovo lavoro a lunga durata.

Per quanto riguarda i brani live, ovviamente si attinge dall’ultimo Tipping Point ma il corpus principale è costituito dai primi tre lavori, al quale si aggiungono Secret World da Everybody etc resa in maniera ancora più devota a Bacharach e McCartney (non sfugga la citazione al suo interno di Let’em In), mentre dal catalogo TFF senza Smith si estrae unicamente Breaking Down Again.

Ovviamente, vedi incipit, trattasi di pop ad altissima caratura, devoto ai Maestri del genere ma comunque sempre con un suo trademark che lo rende inconfondibile e, per il sottoscritto, foriero di momenti di pure joy.

Tears For Fears - Songs from a Nervous Planet
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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