The Black Keys - Dropout Boogie

The Black Keys e Dropout Boogie: le radici blues (ma anche funk) fanno sempre bene

Il gruppo di Akron, ma ormai insediato a Nashville, ha impiegato un po’ a salire alla ribalta, anche se Attack And Release (ultimo disco prima del botto) avrebbe meritato più visibilità.  Una volta espugnato il fortino  con l’uno-due formato da Brothers (2010) ed El Camino (2011)  i Black Keys si sono un po’ aggrovigliati su se stessi, alla ricerca di un nuovo filone. La svolta parziale  e vagamente psych di Turn Blue (2014) però, non ha convinto del tutto. In seguito il potente  duo formato da Pat Carney e Dan Auerbach si è sbizzarrito con progetti diversi e collaborazioni che hanno rallentato  l’incedere della band.

Il ritorno in pista non è stato facile; Let’s Rock, il disco del  2019, non ha convinto appieno e ha fatto prendere al duo la decisione più classica e prevedibile: la registrazione un disco di cover intriso di salvifico blues  (con un massiccio uso di brani di Junior Kimbrough, bluesman già omaggiato nell”eccellente  EP Chulahoma del 2006). Uscito nel  2021,  Delta Kream, questo il titolo, è stato un buon lavoro di passaggio  e ottimo punto di ripartenza.

La fusion sonora di Dropout Boogie

La nuova avventura, Dropout Boogie (Easy Eye Sound) esce ora sfruttando la scia e riprendendo il fortunato connubio di blues, glam rock e funk. Insomma, un ritorno alla ricetta che stava alla base di Brothers. Si tratta di un disco brevissimo,  che supera di poco la mezz’ora. Anche per questo diverte parecchio, grazie a brani fulminanti e concisi. Parte del merito va all’aiuto, anche  in composizione,  del chitarrista Greg Cartwright e all’onnipresente azione percussiva di Sam Bacco, che completa i tamburi di Carney. Infine un importante cameo: Billy Gibbons, degli ZZ Top, porta la sua chitarra, e il barbone bianco, a nobilitare Good Love, brano simbolo  di un dischetto fragrante, un pochino smilzo e ancora interlocutorio. Bella e ironica la copertina, con i due musicisti ritratti in improbabili abiti da lavoro (il video di Wild Child approfondisce il concetto) e una fintissima espressione da sfigati…

The Black Keys - Dropout Boogie
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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