The Man From Managra e Coti K.
The Man From Managra è il progetto del cantautore e produttore musicale greco-italiano Coti K (Costantino Luca Rolando Kiriakos). Managra è l’anagramma di anagram, è anche il titolo di una narrazione fantastica della serie di Doctor Who, nonché, nell’autopresentazione di Coti K, un’isola perduta nel Mediterraneo o, chissà, nell’Oceano Indiano. Più chiaro il background di Coti K, il quale, prima o in contemporanea con The Man From Managra, ha suonato in varie band (Film Noir, In Trance 95, RAW, Mohammad), ha prodotto Raining Pleasure e Tuxedomoon, ha composto musica per cinema e teatro.
The Man From Managra lo vede al fianco di ottimi musicisti: Panos Galanis (batteria), Rena Rasouli (voce), Lambrini Grigoriadou (quinto basso, chitarra tenore), Thaleia Ioannidou (tromba). La cantante Σtella è ospite speciale del brano Tonight.
King Time
Ma veniamo a King Time. L’ultimo lavoro di The Man From Managra potrebbe facilmente essere il suo migliore, comunque un disco di grande valore che sorprende per la maturità compositiva e l’esecuzione pressoché perfetta. Cupo nei testi, soltanto a tratti malinconico nei suoni, più spesso solare, è un lavoro che si colloca all’interno del miglior pop europeo di questi tempi. Coloro che hanno seguito e amato la recente ascesa dei Balthazar, ad esempio, non potranno restare indifferenti. Andando più indietro, The Go-Betweens e altre magiche realtà provenienti da Down Under sono nei dintorni. The Man From Managra, tuttavia, pescano anche nell’alt-folk (Run Down Town, The Church Bells) e nella new wave (l’iniziale Sing Your Heart Out).
La maturità compositiva di The Man From Managra
Chi desiderasse un biglietto da visita di The Man From Managra potrebbe saltare immediatamente a Set Sail.
Oppure a A Message Left Behind In Time. Sono entrambi episodi che mostrano l’eccellente livello di Coti K & Co. Per chi ha più tempo, King Time è godibile dall’inizio alla fine, variegato e mai monocorde, a tratti pacato, altrove brillante. Il disco è stato registrato tra il silenzio dell’isola di Tinos e il caos di Atene: si sentono entrambi.
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