Un cambiamento di stile importante per il secondo disco dei The Murder Capital: Gigi’s Recovery.
L’esordio dei The Murder Capital, When I Have Fears, non mi aveva entusiasmata: nuova (ennesima?) band post-punk proveniente da Dublino, pareva lanciata sulle tracce dei Fontaines D.C. e in generale di una scena bene definita e oggi molto di moda; un breve live in un festival non aveva aggiunto molto, mostrando in modo fin troppo palese la volontà del quintetto di significare anche attraverso i gesti frenetici i contenuti del disco. Gigi’s Recovery cambia almeno parzialmente strada e, sarà che non mi aspettavo poi molto, sorprende piacevolmente.
I temi del disco
Come hanno spiegato in diverse interviste, Gigi’s Recovery nasce per The Murder Capital con le necessità della pandemia. Il precedente data al 2019, poi come sappiamo tutto si è fermato, e il quintetto si è ritrovato a registrare il nuovo disco nell’Irlanda rurale, per poi tornare in studi cittadini ben accompagnati da un produttore d’eccezione, John Congleton, vincitore di un Grammy Award, uno che ha lavorato praticamente con tutti nell’ambito dell’indie (e dintorni) di questi ultimi anni. La scelta sua e della band va verso un suono molto meno frenetico, assai più introspettivo, ben levigato e con la voce baritonale di James McGovern in primo piano. Nell’arco di dieci canzoni, dodici tracce inclusa l’intro Existence e l’outro Exist, assistiamo al percorso di McGovern e Co per uscire dalla crisi che li/ci ha colpiti. Idealmente, da Return My Head, dedicata alla voglia di riprendere l’esistenza interrotta dalla pandemia (I had to realign, to begin, to survive) fino alla title track, concepita come una lettera a sé stesso da McGovern:
È stata scritta sotto forma di lettera. Scrivere una lettera e bruciarla è una delle cose più potenti che si possano fare, per dire addio ai dettagli di ciò che si sta cercando di cambiare
Non cambiare, in questo caso, rispetto a ciò che ha colpito il mondo in questi ultimi anni, ma dai propri fantasmi personali.
I momenti migliori
All’inizio Gigi’s Recovery allinea due delle canzoni che colpiscono immediatamente, ossia Crying (la canzone migliore scritta dai The Murder Capital sinora) e la già citata Return My Head, forse il momento più pop del disco. Al centro, la lenta Belonging marca uno stacco, perché il disco rallenta e si fa ulteriormente introspettivo, richiede un po’ più di tempo per essere assimilato. Tuttavia, alcune delle canzoni migliori del disco sono nascoste qui: per esempio The Lie Becomes the Self, dove la batteria alla fine rinvia a Closer, ma l’andamento è assai meno cupo.
Alla fine il cambiamento vissuto da The Murder Capital è per il meglio, soprattutto a livello compositivo, e Gigi’s Recovery suona come una bella sorpresa per questo inizio 2023.
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