La carriera di The Weeknd arriva al top con After Hours: o no?
Ormai star indiscutibile, The Weeknd continua a dividere anche se questo After Hours sta ricevendo critiche eccellenti. Diciamo che per molti l’Abel Tesfaye migliore resta quello dell’ormai celebre trilogia iniziale dal gusto indie, all’epoca così innovativa. La svolta ‘commerciale’, come spesso si dice, successiva avrebbe portato The Weeknd in tante direzioni (re del pop, nuovo Michael Jackson) tranne che in quella giusta. I giovani fan sono contenti tipo Can’t Feel My Face e Earned It.
Abel Tesfaye fra vecchio e nuovo
I nostalgici del The Weeknd vecchio stile saranno positivamente intrigati dall’inizio del disco, con l’atmosferica Alone Again e il dubstep di Too Late. Entrambe sono arrangiate con lo stile trip hop che è divenuto ormai uno dei marchi di fabbrica di tanto pop contemporaneo. Peccato che subito dopo il disco prenda una piega diversa, infilando una serie di ballate lente o mid tempo piuttosto zuccherine e in alcuni casi (Scared To Live) francamente insopportabili. In certi momenti torna anche qualche suono interessante, ma l’insieme è noiosetto.
Un’infilata di belle canzoni pop rischiara The Weeknd – After Hours
Poi arrivano i singoli (effettivi o potenziali) e ci si sveglia, anche piuttosto bene. Heartless è un po’ costruita a tavolino, prevedibile, ma rimane immediatamente in mente, vero pop insomma. Blinding Light è electro perfetta con i suoi richiami agli anni Ottanta e di certo il pezzo migliore di After Hours.
In realtà l’ultima parte del disco scorre decisamente meglio, nulla di nuovo ma tutto molto ben fatto e piacevolissimo. La title track alterna arrangiamenti alla The xx con accelerazioni dance fino a quando Until I Bleed Out non chiude il cerchio riportando The Weeknd e After Hours alle atmosfere di partenza. After Hours insomma non si discosta molto dallo standard al quale The Weeknd ci ha ormai abituati. Stessa cosa per i testi, con il consueto alternarsi di miserabilismo e prodezze sessuali. È buon pop, nell’insieme, che ogni tanto fa piacere ascoltare saltando i momenti più mosci. Perché stia piacendo più degli altri (o perché stia ricevendo recensioni migliori: non sempre è la stessa cosa) è un mistero nel quale è inutile addentrarsi.
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