Il secondo disco di Tommaso Varisco si intitola These Gloves.
È alla sua seconda prova discografica, intitolata These Gloves, Tommaso Varisco da Chioggia, a quattro anni di distanza dall’esordio con All The Seasons Of The Day: disco che nelle note di presentazione viene descritto come caratterizzato da una “irruenza rock” che certo non ritroviamo in questa sua seconda prova.
Atmosfere nordiche
In effetti questo These Gloves si presenta fin dalla copertina come caratterizzato da atmosfere spiccatamente “nordiche”, alle quali certo non è estraneo il lungo periodo trascorso in Finlandia dal musicista veneto. Atmosfere che si annunciano subito nel brano iniziale, Terhi, che si apre con un arpeggio di chitarra acustica caratterizzato anche da qualche episodica apparente dissonanza per poi lasciare spazio a una strumentazione e un arrangiamento più complessi e a una musicalità che può ricordare i Nirvana dell’MTV Unplugged In New York. La successiva Every Moment Has Its Colour vira più verso le sonorità tipiche di certo nuovo folk americano mentre è pressoché impossibile non trovare echi doorsiani in Lost Souls, quasi una rivisitazione di The End con un ruolo più in primo piano delle chitarre e che Varisco canta con una voce che ha più di una assonanza con quella di Jim Morrison. Non c’è spazio per un’analisi in dettaglio di ognuno degli undici brani del disco, ma è comunque d’obbligo spendere qualche parola in più per alcuni di essi.
In Kittila, ad esempio, le iniziali atmosfere nordiche evocate fin dal titolo si fondono con un ritornante eco dei Doors, ma qui fa capolino con una certa insistenza anche il Nick Cave di The Good Son e, forse ancor di più, di The Boatman’s Call. To Move On ci riporta ad accenti più marcatamente folk-rock nordamericani, di tanto in tanto accentuati da un’armonica quasi neilyounghiana e anche la voce di Varisco pare assecondare la tendenza. La title track è forse il brano in cui Nord Europa e Nord America si fondono più compiutamente, specialmente nella lunga coda strumentale dopo un testo tanto breve quanto intimamente sentito. Atmosfera che si ripropone nel brano conclusivo Last Time, con un testo “intimistico” che ha tutta l’aria di essere derivato da una vicenda personale e che è, non a caso, musicalmente giocato esclusivamente su un dialogo chitarra acustica – armonica e con la voce di Varisco che si fa a sua volta ancora più accorata.
I musicisti che accompagnano Tommaso Varisco in These Gloves
Su questo registro narrativo intimo e “personale” il disco si muove costantemente e la musica e gli arrangiamenti – talvolta scarni, talaltra complessi e raffinati – contribuiscono molto a caratterizzarne il clima. Merito indubbiamente di Varisco, autore sia dei testi che della musica, ma anche dei collaboratori che si è scelto, tra i quali spiccano Lorenzo Mazzilli (basso e batteria in numerosi brani), Luca Swanz Andriolo (chitarre, banjo, e-bow) e Gianluca Maria Sorace aka Stella Burns (chitarre e piano e organo su Song Of Joy). Forse proprio a quest’ultimo si devono alcuni “richiami” al suo amatissimo David Bowie che ci sembra di orecchiare qua e là. Degne di nota anche le due voci femminili di Lina Nordio in Song Of Joy e della finlandese – almeno a giudicare dal nome – Tiina Sky in Kittila e in Pic From A Plane: entrambe si amalgamano benissimo con quella di Varisco. Un bel disco, che ci permette di aspettare con fiducia eventuali, e auspicabili, prove successive.
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