Orrore e amore: Will Oldham rivisita se stesso.
Will Oldham ha solo 48 anni, ma per la sua costante e multiforme presenza sulle scene potrebbe averne tranquillamente una sessantina. In termini di dischi prodotti, infatti, siamo attorno ai 40, tra pseudonimi vari (il più noto Bonnie ‘Prince’ Billy), album dal vivo e uscite più o meno ufficiali. Il corpus di canzoni composte dal cantautore è quindi assai robusto, anche togliendo dal conto un certo numero di cover e le frequenti rivisitazioni dei suoi stessi brani.
Il progetto Songs Of Horror And Love
Songs Of Horror And Love è un progetto bicefalo. Escono in contemporanea, con questo titolo, sia un consistente libro (più di trecento pagine) dedicato ai testi del cantautore, sia il disco di cui si parla qui. Ancora una volta, come si diceva sopra, il principe Billy reinterpreta se stesso, questa volta nella versione più asciutta possibile: solo voce, chitarra in punta di dita e un controllo esemplare dell’esecuzione.
Un Will Oldham essenziale ed efficace
La celeberrima I See A Darkness, che apre il disco, è nuda e lugubre, in una versione essenziale, definitiva. Non meno centrata è la ripresa di Ohio River Boat Song, canzone che si riprende il suo spazio nel canone più puro del folk anglo-irlandese, dal quale discende la bella melodia.
Con una sequenza così in apertura, il rischio della selezione in discesa potrebbe essere in agguato. Forse succede anche, a tratti, con i brani meno conosciuti del repertorio. A scompigliare il quadretto, però, ci sono due eccezioni. Prima Oldham si produce coraggiosamente in una versione a cappella della Strange Affair di Richard Thompson; poi, dopo aver dato nuovo pathos alla New Partner del 1995 (periodo Palace Brothers) appiccica in fondo al lavoro la pimpante Party With Marty (Abstract Blues). Il brano è stato registrato nel 1997, con tanto di registratore a cassette che si accende rumorosamente e si spegne al termine della canzone, in modo candidamente lo-fi…
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