Gli Wire dal 1977 a Mind Hive.
La questione Wire è aperta, salvo brevi pause, dal 1977. Mai diventati band di cult mainstream, semmai band di stracult tra appassionati colti ed addetti ai lavori attenti, questo sì. Mind Hive è la loro ultima emissione, la diciassettesima per la precisione, la formazione ha ormai consolidato al proprio interno il ruolo chitarristico di Matthew Simms, elemento anagraficamente giovane e non ci si sogni di dire che ha sostituito Bruce Gilbert.
Un disco (troppo?) breve
In questo alveare mentale la band dipana 9 songs per 35 minuti scarsi per ricordare che qualità e durata sono concetti assolutamente opinabili … Anche se il fan accanito, non avendone mai abbastanza, deve compensare il tempo tra un disco e l’altro accontentandosi di scandagliare lo scarso minutaggio con dovizia affettuosa.
Le canzoni di Mind Hive
Sintesi breve come l’album : l’iniziale Be Like Them si dipana minacciosa come un proclama atemporale e richiama tutta la storia degli Wire. Cactused è singolo (?) già noto e anticanonica pop song.
Primed And Ready inizia come Fade to Grey e prosegue come un anthem possibile. Off The Beach si veste di acustica eleganza e prosegue come una ballad contagiosa. Unrepentant è un delicato mantra floydiano. Shadows è rallentata eloquenza rarefatta come il titolo. Oklahoma è una follia made in Lewis atipicissima. Hung sconfina in un incubo industriale e la conclusiva Humming pare preghiera raccolta tanto è liturgica e foriera di piaceri narcolettici, quasi Eno…
Colin Newman oltre gli Wire e Mind Hive
È bene ricordare che, comunque, Colin Newman non sta con le mani in mano e con la consorte Malka Spigel continua il suo progetto parallelo Immersion e Graham Lewis ha formato con Simms e Mike Watt (!) I Fitted, band dal furore sonoro anti age… Veloce come loro qui concludo e aspetto già il prossimo…
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