Un disco d’esordio che conta: Wu-Lu – Loggerhead.
Miles Romans-Hopcraft, in arte Wu-Lu, fa musica da molti anni prima di questo Loggerhead, da solo o nel collettivo Touching Bass. Tuttavia, è questo il suo esordio ufficiale, che si colloca immediatamente fra gli esordi importanti dell’anno. Non è casuale che esca per Warp Records, l’etichetta indipendente di Sheffield che dalla fine degli anni ’80 propone un catalogo ricco di band dedite alla sperimentazione (Boards Of Canada, Danny Brown, Autriche, Nightmares On Wax, Oneohtrix Point Never, tanto per fare alcuni nomi).
Tanti stili in una miscela nuova
Anche Wu-Lu sperimenta: Loggerhead è un disco nel quale una quantità di stili convergono per dar vita a qualcosa di originale, alla fine un pop contemporaneo nel quale echeggiano le colonne sonore di questi decenni, fra punk e post, hip-hop, electro, noise, trip-hop, dub. Il dub in particolare, che per tanti anni ha caratterizzato il suono del sud di Londra, è presente a tratti nella musica di Wu-Lu, che da quell’area proviene. Lo ricorda in South (con Lex Amor), uno dei pezzi chiave del disco (bello anche il video), posto a metà di Loggerhead: per il resto la canzone è un concentrato di esplosioni intervallate da una chitarra acustica e da un basso micidiale. Sì certo, ascoltando Wu-Lu viene in mente un altro eroe della scena inglese, Tricky, ma non si tratta di un clone, qui c’è davvero molto di nuovo.
Calo Paste con Léa Sen e Slightly sono due inni con il ritmo rallentato e melodie ovattate, viene in mente il Beck più slacker ma qui le intenzioni sono molto diverse. La seconda in particolare potrebbe essere un singolo in un disco che non è pensato per averne. Se vogliamo, Loggerhead è un inno all’incompiutezza, perché Wu-Lu non insegue la canzone riconoscibile in un genere e in una melodia immediatamente fruibili, ma costruisce in modo innovativo strato su strato. Lì dove molti però resterebbero ancorati alle sole atmosfere senza troppo costrutto, alla fine la scommessa è vinta perché a Loggerhead si torna spesso con curiosità per trovare qualcosa che era sfuggito. E non è poco in un tempo in cui tutto suona deja entendu.
Wu-Lu – Loggerhead richiede pazienza ma ripaga
Intanto i testi descrivono un quadro impietoso dell’Inghilterra (e non solo) contemporanea: “the country is a mess”, “I don’t want to see your mental health go to waste”, “these days, stressed and underpaid”. Verso la fine alcuni dei brani più duri: Road Trip riporta alla memoria addirittura i P.I.L., il che, in tempi di post-punk davvero di maniera, è un bel sentire. Broken Homes chiude benissimo fra noise e riverberi. Per quanti non si spaventano rispetto alla novità e al bisogno di dedicare qualcosa in più di un ascolto distratto: sarete ripagati.
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