revenant unito

  revenant unito

di Mariangela Macocco

Film attesissimo e in corsa per numerose statuette ai prossimi Academy Awards, The Revenant, ultima fatica di Alejandro Iñárritu, è un film western, epico e  di frontiera dai toni a tratti apocalittici. Necessitava dunque di una colonna che fosse all’altezza della trama e dell’interpretazione degli attori. La scelta è caduta su Ryuichi Sakamoto e Alva Noto, coadiuvati nell’impresa da Bryce Dessner dei National.  Il main theme, che apre l’album, ci immerge sin da subito nelle atmosfere cupe e assieme selvagge della vicenda, consentendoci, anche in assenza delle immagini, di dipingere il paesaggio in cui si dipana la storia, un Canada freddo e inospitale, abitato da orsi, cacciatori e tribù indigene.  Lo stesso tema è ripreso in altri tre pezzi, colorandosi di volta in volta di tonalità e sonorità differenti. La ricca orchestrazione del pezzo d’apertura cede il passo a una seconda versione più intimista, dominata dal violino e  soprattutto dal pianoforte di Sakamoto e dal suo inconfondibile tocco. Vi è una terza versione in cui le parti si invertono e il violino emerge in tutta la sua forza per lasciare il pianoforte sullo sfondo. Un’ultima declinazione del tema firmata da Noto chiude l’album lasciandoci il gusto di un mondo rarefatto e lontano. Anche il tema del sogno è declinato in tre brani e anche in questa sequenza emerge in tutta evidenza la maestria di Alva Noto e la sua indiscussa abilità di disegnare atmosfere con l’ausilio di strumenti elettronici raffinatissimi. Fra i brani più belli segnalo Discovering River, Imagining Buffalo e Cat and Mouse che ha la cadenza appassionata di una vera battuta di caccia dall’esito sconosciuto.

9/10

Les Premiers les Derniers è il nuovo film del belga Bouli Lanners, interpretato fra gli altri da Albert Dupontel, brillante attore francese. Attesissima al pari del film, la colonna sonora è firmata da Pascal Humbert bassista dei 16 Horsepower, dei Lilium e dei Détroit, nuova formazione dell’ex Noir Désir Bertrand Cantat. Il film, che ho avuto occasione di vedere il 12 gennaio in avant-première, è un road movie che si svolge sulle strade pressoché deserte di una Francia di provincia (uguale peraltro a tanti altri luoghi). È la storia di una  tenerissima coppia di giovani ai margini della società e di due uomini, stravaganti e bizzarri, impegnati in una strana missione. Le loro vicende si incrociano e la storia si dipana. La colonna sonora firmata da Pascal Humbert fa da perfetto contrappunto alle immagini. Bellissimo lo strumentale iniziale, suonato dallo stesso Humbert, in cui il basso e la batteria dominano incontrastati, facendoci immaginare la strada percorsa dai protagonisti. Due brani sono a firma Lilium: One Bear With Me e Fugue: la semplice bellezza della Intro si arricchisce qui di nuove sfumature e nuove sonorità. Atmosfere decisamente rock e molto americane sono garantite dai due brani firmati dai Cheap Killers. Tuttavia voglio segnalarvi in particolare due titoli; Singing Grass dei Wovenhand, che chiude la raccolta con note sognanti scandite dal suono magnetico della chitarra, e Maybe I, composta, suonata e interpretata da Bertrand Cantat, magnifica ballata per voce e chitarra, in cui un testo dalla bellezza folgorante si accompagna alla voce roca, allo stesso tempo sognante e suadente di Cantat.

8,8/10

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