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Il post punk sempre di moda: è il momento delle Savages – Silence Yourself

Pochi anni fa gli esordi di Editors, Departure, Interpol, These New Puritans avevano fatto parlare di un revival post-punk; oggi alcune di queste band sono sparite, altre hanno modificato il proprio suono, ma ecco che il primo disco del quartetto femminile Savages – Silence Yourself ci riporta lì, e lo fa con stile e convinzione. Il disco (che esce per l’etichetta Matador) è un disco conciso e intenso, ricco di atmosfera ma anche di canzoni che, come I Am Here, Waiting For A Sign, She Will, non fanno rimpiangere i modelli dei primi anni Ottanta cui il gruppo rinvia. Il singolo-video Shut Up lascia presagire una notevole presenza scenica.

 

Fra questi modelli non poteva mancare Siouxsie, chiamata in causa dalla voce della cantante (francese) Jehnny Beth, e non solo. Ancora, quanti hanno amato la ritmica martellante e ossessiva di Joy Division, Bauhaus, Wire, la ritroveranno qui. Non si tratta, tuttavia, solo di forma: ciò che delle Savages del del loro esordio Silence Yourself colpisce è la convinzione e l’intensità con cui rivisitano un genere che in fondo non ha avuto vita lunga, ma che evidentemente è rimasto nel cuore di molti.

7,8/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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