di Marina Montesano
Di Shilpa Ray alcuni avranno sentito parlare perché ha accompagnato Nick Cave (che tanto e pubblicamente l’ha elogiata) e i Bad Seeds in tour fra 2013 e 2014; ma l’artista statunitense di origine indiana è molto più che una comprimaria, come aveva dimostrato nel 2011 il suo Teenage And Torture, cofirmato con gli Happy Hookers, nel quale spiccava una grande voce ma anche qualità compositive in grado di far felici gli amanti di un suono classico che scomoda Velvet Underground, New York Dolls e Patti Smith ma che continua a sembrarci attuale.
Il nuovo Last Year’s Savage porta invece soltanto il suo nome e allinea undici composizioni. L’inizio è spettacolare: Burning Bride, dall’incedere lento, dice che il periodo con Nick Cave non è stato inutile; Pop Song For Euthanasia prosegue bene il discorso per cedere poi il passo alle tinte tardi ‘60s primi ‘70s di Shilpa Ray On Broadway e soprattutto della divertente Johnny Thunders Fantasy Space Camp; il garage fra Ramones e Cramps non è lontano, ma la voce e l’harmonium di Shilpa rendono queste composizioni solo sue. Le si perdona volentieri il fatto che verso la metà, dalle parti di Sanitary iPad, il disco perda qualche colpo, per riprendersi con l’intensa Moksha. Shilpa Ray ha più talento e personalità di molte colleghe delle quali si parla maggiormente; speriamo che questo Last Year’s Savage possa dar ragione a Nick Cave.
8/10
httpv://www.youtube.com/watch?v=nP7_bNfUJ_c
Johnny Thunders Fantasy Space Camp