Teleman-Breakfast

Teleman-Breakfast

Whistler, Goya Dress, Jack. Ma anche nomi meno esoterici come Auteurs e Gorky’s Zygotic Mynci. Tutti costoro hanno inciso dischi pop che potevano avere successo. Invece è andata diversamente e oggi appartengono a quella categoria di personaggi “googlabili” a fatica perché gli appigli della memoria sono flebili e magari legati a un’immagine di copertina o a un titolo ricordato approssimativamente. Ecco, Breakfast dei Teleman potrebbe benissimo essere un disco di guitar pop melodico (con belle tastiere decorative) che negli anni 90′ ci era piaciuto, salvo poi finire a impolverarsi in uno scaffale. Chiaro che al trio guidato da Thomas Sanders e alla loro opera prima, prodotta da Bernard Butler, si augura una sorte molto più felice. Purtroppo non si tratta di adolescenti testosteronici (il gruppo nasce dalle ceneri di Pete & The Pirates) e i suoni c’entrano poco con l’electro-pop in voga di questi tempi. Forse consapevoli del loro trovarsi in poetica controtendenza rispetto al qui e ora, ma anche di saperci fare come autori di tanti  potenziali singoli, i Teleman mostrano una serena arrendevolezza che li rende cugini eleganti, decadenti e malinconici dei Metronomy. Breakfast provocherà innamoramenti al primo ascolto da parte di chi  ama il lato pensoso di Ray Davies e di chi è orfano dei Belle & Sebastian di 15 anni fa, quelli che scrivevano canzoni per guardare la pioggia e sentirsi tristi e fighi.

7,8/10

 

httpv://www.youtube.com/watch?v=rrQpymNPfFU

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