Un piccolo miracolo: The Wytches – Annabel Dream Reader.
Un tardo agosto insolitamente ricco di sorprese, quello dell’anno in corso, che dopo l’ottimo debutto dei Royal Blood vede quello dei The Wytches con Annabel Dream Reader. Particolare curioso, entrambe le band provengono da Brighton, ma qui si i paralleli si fermano. Se si prescinde dal fatto che in entrambi i casi si tratta di rock energico e che fra i riferimenti comuni fa capolino il grunge, il prodotto finale è molto differente. I Royal Blood sono un gruppo dal suono più maturo; i tre Wytches, invece, prediligono un approccio viscerale dove il garage e il surf-psych incontrano il grunge degli esordi: quello dei Green River e dei Nirvana di Bleach, per intendersi. Se si tratta di stili tutt’altro che nuovi, il risultato non è pari o inferiore alla somma delle parti, come spesso avviene. The Wytches hanno un carattere e scrivono canzoni che non suonano deja-vu (o entendu); e, per quanto possano sembrare primitivi, il disco non è uno di quei prodotti volutamente lo-fi, forse anche grazie alla coproduzione dell’esperto Bill Ryder-Jones e alla casa discografica di rilievo che li ha messi sotto contratto.
A Teenage Manifesto
Prendiamo il brano faro sui tredici proposti: Wire Frame Mattress, un inno alla disgrazia degli amori adolescenziali al tempo stesso visionario e realista (She balances on top of her head / And throw a wire frame mattress / And see through the glasses / You sit there and laugh while my dignity collapses), con accelerazioni vincenti e la voce nasale di Kristian Bell che si sdoppia nei momenti chiave. Stessa formula per Part Time Model, altra canzone molto bella. Il disco tuttavia funziona anche nelle lente ballate Crying Clown e Track 13 che lo chiudono molto bene. Uno dei punti di forza di Annabel Dream Reader è proprio il riuscire a suonare incredibilmente disperato e allo stesso tempo straordinariamente vitale, proponendosi dunque come perfetto “Teenage Manifesto” per il 2014, e probabilmente anche oltre.
8,5/10