will butler policy

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Dagli Arcade Fire al debutto solista: Will Butler – Policy.

Policy è l’album del debutto da solista di Will Butler, il versatile tastierista-polistrumentista degli Arcade Fire. Il più giovane dei fratelli Butler ha infatti deciso di prendere una pausa dal gruppo alla fine del Reflektor Tour per dedicarsi alla realizzazione di questo breve ma intenso album che ha molti pregi e qualche difetto.
Con sole otto canzoni, Policy dura circa trenta minuti: la metà di Reflektor, l’ultimo disco della formazione canadese. Nelle ambizioni di Butler questo CD vuole presentare in tutta la sua variegata totalità l’universo musicale nel quale il musicista si riconosce e nel quale si immerge per trovare ispirazione. Si inizia quindi con le sonorità garage-punk della prima traccia Take My Side, si passa attraverso l’electropop di Anna per poi essere sorpresi dalla struggente e romantica ballata Finish What I Started. E il turbinio di stili e sonorità prosegue in questo solo apparente disordine anche con le altre tracce: la pressoché acustica Son Of God precede il pop-funk elettronico di Something’s Coming, a cui segue il minimalismo intimista di Sing To Me per chiudere con la scanzonata e un po’ beatlesiana Witness.

Un disco un po’ folle ma ricco di perle

Il pezzo più interessante a mio avviso è What I Want, probabilmente il più vicino all’universo Arcade Fire, sia per la costruzione musicale (bellissimi i riff di chitarra), sia per il testo divertente e surreale.
E’ un po’ la cifra di tutto l’album questa varietà ed è anche, a mio avviso, il suo pregio assieme al suo difetto: se da un lato ci mostra la grande ricchezza delle influenze musicali di Will Butler, dall’altro si limita a darcene solo brevi assaggi, lasciando abbozzate suggestioni che meriterebbero di essere approfondite ulteriormente.
Un altro piccolo appunto può essere fatto forse anche alla voce un po’ lieve di Butler, ma nel complesso si tratta di un album molto gradevole che invoglia ad un riascolto e fa sperare in qualcosa di nuovo per il futuro.
Attendo quindi con impazienza il suo passaggio per un live a Parigi il prossimo mese.

7,4/10

Aggiornamento in seguito al concerto di Will Butler a Parigi, sabato 18 aprile 2015.

Se un primo ascolto su disco ci aveva assieme piacevolmente colpito e lasciati un po’ perplessi per il mélange che caratterizza la struttura dell’album, l’esibizione live ha definitivamente cancellato ogni riserva. I brani suonati dal vivo assumono una straordinaria forza, impressa anche dalle apparenti imperfezioni. La varietà stilistica è la chiave di lettura dell’universo musicale e creativo di Will Butler che non teme di avventurarsi in una perenne ricerca sonora.  Witness suonata dal vivo è forse l’emblema della trasformazione che i brani subiscono in concerto.

Accanto all’album Policy merita la nostra attenzione anche il progetto musicale a cui Wil ha dato vita con il quotidiano inglese The Guardian, il cui esito è stato la composizione di quattro brani, ispirati, ciascuno, da un fatto di cronaca raccontato da un articolo presente sul giornale.  Clean Monday, You must be kidding, Waving flag, Madonna can’t save me now sono i quattro brani, sospesi, come di consueto fra leggerezza e profondità, oscillanti fra politica, arte, scienza, senza mai smettere di farci ballare.

Il passaggio parigino di Will Butler è stato un piacevole ciclone.

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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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