William Fitzsimmons – Mission Bell
Il terzo (!) “divorce album” di William Fitzsimmons.

Groenland Records – 2018
William Fitzsimmons è un cantore di divorzi. Goodnight (2006) era ispirato alla separazione dei genitori, mentre The Sparrow And The Crow (2008) raccontava la fine del primo matrimonio del musicista di Pittsburgh. E adesso Mission Bell si occupa del suo secondo divorzio. Al confronto i Fleetwood Mac di Rumours, con i loro molla-e-prendi incrociati, erano dei dilettanti.
Mission Bell e l’eterna attualità delle pene d’amor perduto
Qualcuno ha scritto che Mission Bell potrebbe essere di aiuto a chi si trovi in una similmente dolorosa situazione. Dunque album prima auto-terapeutico e poi terapeutico. Ma può anche essere visto, meno seriosamente, come una serata fra amici in cui la conversazione ha per tema il disastro sentimentale, non solo quello del più ciarliero e sofferente del gruppo, ma quello in cui, prima o poi, incappano tutti quanti.
Il fascino di Mission Bell è nella sua tristezza sussurrata e mai lacrimante, nel suo stato d’animo indifeso più che straziato. D’altronde Fitzsimmons è, come detto, un esperto del settore e sa come non affaticare l’uditorio muovendosi a metà strada fra l’autorialità tutto sommato lineare dell’Iron & Wine odierno e quella più frastagliata di Sufjan Stevens.
Il savoir-faire compositivo di William Fitzsimmons
A rendere apprezzabile il lavoro contribuiscono il buon livello della scrittura e arrangiamenti che alternano momenti eterei (a volte sin troppo) ad altri più terrigni ed efficaci con batteria, controcanti femminili e tocchi di elettricità. D’altronde Fitzsimmons è uno che ha visto le sue canzoni utilizzate per diverse serie televisive, Grey’s Anatomy inclusa. Insomma sembra distratto dall’amore ma sa il suo mestiere. E in Mission Bell almeno Second Hand Smoke, Angela e Wait For Me sembrano già pronte per fare da commento a una qualche situazione dai colori autunnali e dallo stato d’animo perturbato.
Però adesso, caro Fitz, basta con i divorzi; il prossimo album lo vogliamo sexy e lascivo. Almeno un pochino.
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Giornalista musicale di pluriennale esperienza, ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E’ autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume “Folk inglese e musica celtica”. E’ stato uno dei curatori della riedizione, nel 2017, degli album di Rino Gaetano. Fa parte della giuria del Premio Piero Ciampi. Si occupa di eventi di vario tipo dedicati alla musica rock.