Nick Drake

Nick Drake, un’anima senza impronte.

Il 25 novembre saranno trascorsi 50 anni dalla morte di Nick Drake, il meraviglioso ragazzo che fra il 1969 e il 1972 incise tre album di musica tormentata e gentile, introversa e sublime. All’epoca della pubblicazione suscitarono modesto interesse, anche i colleghi del circuito folk londinese – come John Martyn, Richard Thompson, Ashley Hutchings, il lungimirante produttore Joe Boyd – intuirono subito il genio di quel nuovo arrivato così diverso dagli altri. Racconta John  Martyn: “Facevi fatica a conoscerlo davvero. Era molto, molto timido, molto riservato. Era quasi doloroso vederlo interagire con le persone” (*) . Nel 2000 una pubblicità Volkswagen ribaltò (fortunosamente? magicamente? doverosamente?)  la situazione al punto che oggi le copie vendute  nel mondo dei dischi di Nick Drake hanno superato i due milioni.

Con Time Has Told Me inizia la vicenda discografica di Nick Drake

Tomtomrock ha scelto di onorare questa ricorrenza importante e triste – la causa della morte fu un’overdose accidentale di farmaci o, più probabilmente, un suicidio – traducendo un testo di canzone per ognuno di quei tre dischi. È doveroso iniziare con Time Has Told Me, traccia d’apertura dell’opera d’esordio Five Leaves Left,  dichiarazione d’intenti di un giovane uomo consapevole del proprio talento così come delle proprie fragilità, del proprio essere “un’anima senza impronte”, “una rose senza spine” che, tuttavia, ha (ancora) la forza di invitare gli altri a non farsi condizionare, a essere ciò che sono veramente.

Del brano esistono almeno due cover di provenienza italiana, quella dei Circo Fantasma, incisa per l’album Five Leaves Theft (1998) che ripropone tutti i brani di Five Leaves Left ad opera di diversi giovani artisti e quella di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo in PongMoon (2005).
Una curiosità: pare che Robert Smith abbia scelto di chiamare così i suoi The Cure perché ispirato dal verso “A troubled cure for a troubled mind”.

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La traduzione italiana

Il tempo mi ha detto
Sei una ben strana scoperta
Una cura inquieta
Per una mente inquieta

E il tempo mi ha detto
Di chiedere di più
Un giorno il nostro oceano
Troverà la sua riva

E allora mi lascerò alle spalle quel che mi fanno essere
Ciò che proprio non voglio essere
Lascerò quelle modalità che mi fanno amare
Ciò che proprio non voglio amare

Il tempo mi ha detto
Sei arrivato con l’alba
Un’anima senza impronte
Una rosa senza spine

Le tue lacrime mi dicono
Non c’è proprio modo
Di por fine ai tuoi guai
Con le cose che potresti dire

E il tempo ti dirà
Di stare accanto a me
Di provare e provare
Finché non ci sarà più altro da nascondere

E allora lasciati alle spalle quel che ti fa essere
Ciò che proprio non vuoi essere
Lasciati alle spalle quel che ti fa amare
Ciò che proprio non vuoi amare

Il tempo mi ha detto
Sei una ben strana scoperta
Una cura inquieta
Per una mente inquieta

E il tempo mi ha detto
Di chiedere di più
Un giorno il nostro oceano
Troverà la sua riva

Il testo originale

Time has told me
You’re a rare, rare find
A troubled cure
For a troubled mind

And time has told me
Not to ask for more
Someday our ocean
Will find its shore

So I’ll leve the ways that are making me be
What I really don’t want to be
Leave the ways that are making me love
What I really don’t want to love

Time has told me
You came with the dawn
A soul with no footprint
A rose with no thorn

Your tears they tell me
There’s really no way
Of ending your troubles
With things you can say

And time will tell you
To stay by my side
To keep on trying
‘til there’s no more to hide

So leave the ways that are making you be
What you really don’t want to be
Leave the ways that are making you love
What you really don’t want to love

Time has told me
You’re a rare, rare find
A troubled cure
For a troubled mind

And time has told me
Not to ask for more
Someday our ocean
Will find its shore

Nick Drake Five Leaves Left back cover

(*) Uncut n. 100, settembre 2005.

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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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