punk in italia 2 concerto muzak

1975: controcultura e prove di sinistra “combat”.

punk in italia #2 - la scala

Seconda parte della rubrica dedicata al punk italiano a cura di Massimo Pirotta. Stavolta si parla dell’anno in cui vengono gettati i semi di una cultura alternativa specificamente italiana. Qui la prima parte.

B-Side. A una fascia di pubblico sempre più inquieta e assetata di novità, le liriche dei cantautori e l’immaginario “fantasy” del rock progressivo,  non bastano più. I primi, passato l’impasse del “processo pubblico” a De Gregori (“dicci quanti soldi prendi a concerto”), continuano a sfornare dischi di buona fattura e ad avere un foltissimo gruppo di fan che li segue. Il prog-rock traccheggia un pochino ma, nel biennio ’78-’79, si prenderà una mezza rivincita con la sua ala più sperimentale. Sono le band che gravitano intorno al cartellone “Rock In Opposition”. Tra loro, gli italiani Stormy Six, gli inglesi Henry Cow, i belgi Univers Zero e i francesi Etron Frou Leloublan e Art Zoyd.

C’è il prezioso lavoro di alcune etichette indipendenti, come Cramps, Ultima Spiaggia, Cooperativa L’Orchestra, It Records, Numero Uno. Si uniscono in un consorzio per incrementare divulgazione, distribuzione e fatturato dei loro prodotti, messi in secondo piano dallo strapotere delle major. Ma l’esperimento non funziona come si spera e ha vita breve.

il punk in italia #2 - cramps

A fine ’75 la sinistra extraparlamentare diventa imprenditrice controculturale

Nell’autunno ’75 nascono i Circoli del Proletariato Giovanile. In breve tempo, riescono a coinvolgere parecchie migliaia di giovani. Sono il botta e risposta alla “crisi della militanza” che attraversa le organizzazioni politiche di estrema sinistra. Accusate, ormai, di assumere sempre più comportamenti da partiti tradizionali. In ogni caso, questi ultimi hanno tre quotidiani nelle edicole che fanno da cassa di risonanza: “il Manifesto” (dal ’71 e che ancora oggi esiste), “Lotta Continua” (che da settimanale diventa quotidiano dal ’72 all’82) e il “Quotidiano dei Lavoratori”, legato ad Avanguardia Operaia ( ’74 – ’79).

Ciò non impedisce una fuga dalle notevoli proporzioni da queste sedi politiche. I Circoli, all’inizio si insediano soprattutto a Milano e nel suo hinterland, poi vedono la luce su tutto il territorio nazionale. Manifestano chiedendo l’autoriduzione dei prezzi dei biglietti del cinema, occupano spazi caduti nel degrado, organizzano concerti autogestiti, creano laboratori di vario genere, imbastiscono una dura lotta contro il diffondersi dell’eroina e del lavoro nero.

punk in italia 2 copertina gong

Contro l’eroina e per la depenalizzazione delle droghe leggere è il concerto del 27 a Piazza Navona, a Roma, organizzato dalla rivista Muzak. Circa 40.00o giovani ascoltano Gong, Henry Cow e Robert Wyatt. “Niente biglietto, niente cancelli, niente polizia: non è un sogno di socialismo ma è già molto”.

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La contestazione alla Scala

A Milano, il 7 dicembre ’76, decidono di contestare la prima alla Scala. La protesta è molto diversa da quella del ’68 (che tutto sommato, si limitò a urla, invettive e lanci di uova contro signori ben vestiti e donne impellicciate). Questa volta è “combat”: più cortei, con concentramenti tenuti segreti fino all’ultimo, si scontrano in maniera violenta con le forze dell’ordine. Numerosi i feriti e gli arresti. Da questo modo di operare, si dissociano i militanti di Avanguardia operaia e gli stalinisti del Movimento studentesco dell’Università Statale, mentre gli ex di Lotta continua (che pochi mesi prima si era sciolta “nel movimento”) ci si buttano.

Sempre nel ’75, la sinistra extraparlamentare sino ad allora refrattaria, corre ai ripari. Organizza la propria kermesse dove non c’è di mezzo la componente “freak” di “Re Nudo”. L’iniziativa è opera della “triplice” (Avanguardia operaia, Lotta continua, Partito di Unità Proletaria). Il raduno avviene a Licola, vicino Napoli e c’è un buon numero di presenze. Viene fischiato Alan Sorrenti (non ancora “figlio delle stelle” cioè “venduto”). Le feste de “l’Unità” e de “l’Avanti” con tutt’altri presupposti continuano ad essere frequentatissime. Altri “sequel”. Nel ’76 la Federazione giovanile comunista (i giovani del Pci) chiama a raccolta a Ravenna, mentre nel ’78 Democrazia Proletaria invita a Vasto. Ed è “Wastock”, tentativo, chiaramente velleitario, di emulare le giornate oltreoceano di Woodstock.

Continua…

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Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e da anni si occupa di controculture in diversi ambiti ed è organizzatore di eventi interdisciplinari. Nel 1994 è stato produttore artistico del disco "I Disertori. Omaggio a Ivano Fossati". Fa parte delle giurie nazionali di alcuni festival e rassegne musicali italiane. Ha pubblicato i libri "Bloom Sviluppi Incontrollati" (Vololibero, 2012) e "Le radici del glicine. Storia di una casa occupata" (Agenzia X, 2017).

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