Garbage- Let All That We Imagine Be The LightBMG

Let All That We Imagine Be The Light è il canto di speranza, nonostante tutto, dei Garbage.

Let All That We Imagine Be The Light è l’ottavo album dei Garbage, autentici pionieri del rock alternative. Mentre il precedente No Gods No Masters conteneva rabbia e frustrazione, questo lavoro è una chiamata alle armi. Ci si chiede spesso come reagiscono i musicisti rispetto ad un ordine mondiale che ha perso gli equilibri, fra guerre e occupazioni e capi di stato che chiudono frontiere e si rifugiano in un conservatorismo senza condizioni. In questo caso la frontwoman Shirley Manson ritrova, nei testi e nel cantato, una vitalità nuova e ci  parla di ritrovare amore e armonia per cambiare il corso della storia. Lei stessa ha presentato il disco come “un appello per chi vuole affrontare il mondo con amore e investire nella tenerezza invece che nella violenza. […] Pensavamo tutti che se ci fossimo immersi nell’indignazione saremmo probabilmente morti di crepacuore. Quindi abbiamo cercato di cercare qualcosa di un po’ più positivo e l’album parla molto di trovare l’amore nel mondo come strumento per combattere tutto l’odio che proviamo”.

Oltre che da questi buoni propositi, il lavoro è stato molto influenzato anche dalla storia personale recente di Shirley Manson: interventi chirurgici nel 2023 e del 2024 per la sostituzione dell’anca, un lungo blocco creativo, la morte del cane Veela. La sofferenza che ne è scaturita, e una buona dose di antidolorifici, ha dato vita all’album.

Let All That We Imagine Be The Light: un album che si è evoluto lentamente

La struttura musicale di Let All That We Imagine Be The Light ha cominciato a prendere forma nel 2022 negli studi Red Razor di Billy Bush (produttore del disco insieme al gruppo) ad Atwater Village e GrungeIsDead del batterista Butch Vig a Los Angeles: lunghe session da cui il gruppo ha cominciato a elaborare vere e proprie  canzoni. Il lavoro non si è fermato nemmeno dopo le operazioni subite dalla cantante che ha cercato  di superare il difficile momento componendo musica e testi dal letto della sua camera e concentrandosi sulla voce e le armonizzazioni.

Il risultato  è  una sorta di equilibrio fra l’espressività della Manson (un esempio ne è il brano Chinese Fire Horse) e la musica, mai sovrastante e meno legata a trame industriali. Ma, tranquilli, lo stile e la classicità del sound Garbage ci sono ancora e persino più a fuoco di prima. Il canto ha riacquistato vigore, non mancano apprezzabili  spunti melodici e spuntano strumenti analogici come l’Otamatone e il Glamour Box . Questo disco rimane un ottimo esempio di musica e intenzioni, trasuda consapevolezza verso valori da salvaguardare. È robusto e melodico, pop e granitico al tempo stesso, con gli strumenti che danno il meglio e la voce di Shirley Manson che si alza maestosa e rimane più sexy e determinata che mai.

Garbage – Let All That We Imagine Be The Light
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Si definisce "un alieno" perché ha capito che tutte le sue passioni sono poco redditizie, musica compresa. Ma, oltre a suonare in varie band, ne scrive da sempre. Dal 1996 saltuariamente sulla pagina "Spettacoli" del Corriere Romagna, passando per anni preziosi col Mucchio Selvaggio, la rivista Frastuoni e infine con The Soundcheck. Cuore indomito e appassionato, curioso e volubile. Per una Guinness in compagnia non dice mai di no.

Di Beppe Ardito

Si definisce "un alieno" perché ha capito che tutte le sue passioni sono poco redditizie, musica compresa. Ma, oltre a suonare in varie band, ne scrive da sempre. Dal 1996 saltuariamente sulla pagina "Spettacoli" del Corriere Romagna, passando per anni preziosi col Mucchio Selvaggio, la rivista Frastuoni e infine con The Soundcheck. Cuore indomito e appassionato, curioso e volubile. Per una Guinness in compagnia non dice mai di no.

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