Rock e letteratura. Due nuovi libri su Bob Dylan Articolo

Due libri su Bob Dylan: Torto Marcio e Seeing The Real You At Last. Rock e letteratura. Due nuovi libri su Bob Dylan Articolo

 

In questa puntata di Rock e letteratura parliamo di due nuovi libri su Bob Dylan. In realtà nel primo dei due – Torto Marcio di Alessandro Robecchi  (Sellerio) – Dylan compare solo trasversalmente. La vera protagonista della storia è la città di Milano. Il personaggio principale, un autore di programmi televisivi con l’hobby di trasformarsi in detective, trae ispirazione e si confronta con le liriche del Bardo in monologhi interiori e in alcuni dialoghi del libro. Senza le sue dosi quotidiane di Bob Dylan proprio non riesce a vivere. E infatti definisce come “lo spacciatore” il proprietario di un negozio di dischi di Gallarate dove si reca abitualmente a comprare rarissime registrazioni di concerti ormai introvabili.

Esiste per caso un accostamento tra lo “spacciatore” e la rivista musicale Il Buscadero? E i seguenti versi contenuti in Sugar Baby  – “some of these bootleggers / they make pretty good stuff” – potrebbero essere interpretati come un doppio omaggio di Bob Dylan sia ai produttori clandestini di whiskey che ai contrabbandieri di bootlegs musicali?

Bob Dylan presenza costante in Torto Marcio

Il racconto attraversa diversi strati della società milanese, dalla ricca borghesia agli sfrattati ai nuovi immigrati. A parte la ripetizione di alcuni cliché (l’israeliano cattivo, i poliziotti di Milano più bravi di quelli di Roma), si legge tutto d’un fiato. Ci sono quelli costretti a occupare le case, e se le lasciano incustodite qualcun altro gliele occupa a sua volta. Una lotta tra poveri da una parte, dall’altra i palazzi signorili della Milano bene. I due mondi si sfiorano ma non si compenetrano mai, se non con la violenza. Il colpo di scena finale della trama poliziesca non va svelato. Basti dire che comunque non si salva nessuno. Hanno tutti torto marcio, sia chi abbraccia la forza sia chi cerca di metterci una pezza.

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Abbondano le citazioni dylaniane. Il protagonista vorrebbe un giorno scrivere un saggio su Dylan, sulla sua poetica, “il senso delle cose, il posto dell’uomo nell’universo, l’uso dell’armonica in Desolation Row, l’amore, la grande canzone americana, la frontiera” perché “del corpo dell’opera, della complessa cosmogonia dylaniana, non si era occupato quasi nessuno”.

Dopo il Nobel, Bob Dylan è onnipresente

C’è da augurargli buona fortuna! Dall’assegnazione del Nobel in poi chi vorrà cimentarsi coi suoi testi senza inflazionare il mercato della dylanologia avrà il compito di presentare un lavoro valido e affettuoso, capace di convincere gli scettici che quello con cui abbiamo a che fare è un nuovo fenomeno letterario e culturale. Ma Robecchi sembra avere le carte in regola. Il suo personaggio principale già approda a un’intuizione convincente mettendo a confronto Tarantula di Bob Dylan con citazioni tratte da Così Parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche sul tema della giustizia. Si sta incamminando su un percorso delicato ma promettente.

Seeing The Real You At Last, Britta Lee Shain e Bob Dylan

Il secondo dei due libri – Seeing The Real You At Last di Britta Lee Shain (Message), non ancora tradotto in italiano – è il resoconto di una breve, appassionante quanto catastrofica relazione amorosa tra l’autrice e Bob Dylan e dei loro viaggi in tour dagli USA all’Europa al Medio Oriente. Prima di un suo concerto a Tel-Aviv, Dylan ottiene di arrivarci attraversando l’Egitto, di cui è innamorato. Dimostra inoltre di sentirsi particolarmente legato al Muro del Pianto, dove più volte vuole ritornare. E a Helsinki si verifica la rocambolesca ricerca di una sinagoga in occasione delle festività ebraiche, uno dei tanti gustosi episodi narrati dalla scrittrice.

Emergono anche lati inquietanti della rockstar, il tutto condito dal consueto proliferare di vizi nella vita on the road. Scopriamo che si tiene in forma allenandosi con la boxe, l’attore Mickey Rourke è stato uno dei suoi sparring partner; è ossessionato dagli scacchi; crede in alcune superstizioni; gira perennemente con un libro nero dove prende appunti; non si fida dei media perché in ebraico la parola significa oscurità (ho provato a fare una ricerca ma, almeno finora, non ho trovato risultati).

Seeing The Real You At Last: un libro ricco di informazioni

I dylanologi più incalliti possono apprendere che il titolo dell’album Knocked Out Loaded proviene dalla seguente strofa tratta dal classico blues Junco Partner, poi ripreso dai Clash: “Down the road came a Junco Partner / For he was loaded as can be / He was knocked out, knocked out loaded / He was a’wobbling all over the street.” Oppure che il film Billy Two Hats ha ispirato l’affascinante trama di Brownsville Girl, una delle canzoni più straordinarie e meno conosciute di Bob Dylan. Britta Lee Shain non è niente male come musicista.

 

Viene voglia di approfondire il suo percorso artistico. Per il momento, tra i suoi contributi più interessanti, cito alcune di quelle che lei annovera tra le influenze culturali più importanti per Dylan. Oltre all’immancabile Bibbia: Jacques Prevert, Jacques Cousteau, “Olof, Odin e la teoria dell’architettura vichinga” (testuale), Salman Rushdie e Haile Selassie, “Modigliani e il significato della Manna” (testuale) e il pittore dadaista George Grosz.

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Trevigiano di nascita e romano di adozione. Nel maggio 2016 ha pubblicato “Ballando con Mr D.” sulla figura di Bob Dylan, nel maggio 2018 “Da Omero al Rock”, e nel novembre 2019 “Twinology. Letteratura e rock nei misteri di Twin Peaks”.

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