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Dave Longstreth e i Dirty Projectors intraprendono un nuovo, entusiasmante cammino con Swing Lo Magellan.

Come molti hanno notato in passato, descrivere la musica dei Dirty Projectors crea qualche problema perché procedere per analogia con altri gruppi, come si fa di solito, è difficile. Forse anche per questo nel 2009 con Bitte Orca il gruppo del cantante-compositore Dave Longstreth era riuscito ad attrarre al contempo entusiasmi e sospetti:  il loro art rock è sperimentalismo fine a se stesso?  Oltre a idee e atmosfere, ci sono anche le canzoni? In un certo senso Swing Lo Magellan sembra rispondere a queste domande, prendendo la strada di una maggiore linearità senza niente perdere in freschezza e novità. Per quanti hanno dubbi sulla capacità di Longstreth di scrivere vere canzoni, il primo singolo Gun Has No Trigger dovrebbe togliere ogni dubbio; così come l’iniziale Offspring Are Blank oppure Impregnable Question, tanto per citare un paio di episodi tra i più brillanti. Inoltre, come in Bitte Orca le armonie vocali di Swing Lo Magellan sono perfette, davvero un punto di forza della band, ma Longstreth è migliorato notevolmente anche come cantante. Il risultato è un disco che sorprende e non lo fa a scapito della godibilità.  

Swing Lo Magellan segna dunque una nuova strada per i Dirty Projectors? Oppure è solo un episodio in un percorso compositivo che ama giocare con i generi e travalicarli? Per avere una risposta bisognerà attendere le prossime prove, ma intanto Dirty Projectors – Swing Lo Magellan sono una novità di assoluto interesse.

8,5/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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