Il terzo disco non cambia la formula: Cigarettes After Sex – X’s.
E così Cigarettes After Sex, la band texana di Greg Gonzalez, è arrivata al terzo album in sette anni, X’s, senza che la formula che l’ha ha portata al successo, almeno nell’ambito degli appassionati di slowcore e malinconiche melodie, abbia subito gran mutamenti. Squadra vincente non si cambia, recita un detto, ma a volte finisce per manifestare una certa stanchezza. Ma insomma questo è quello che sappiamo e vogliamo darvi, non chiedeteci altro, sembrano dire i Cigarettes After Sex ai fan, e per chiarire le cose ulteriormente anche la copertina di X’s è del tutto simile a quelle precedenti: colori fra il grigio e il nero e soltanto il nome della band al centro, perfetta introduzione cromatica a quel che ascolteremo.
Le composizioni di Greg Gonzalez
Del resto è questa la dimensione nella quale Gonzalez riesce a cantare del suo mondo intimo, delle sue poche gioie e soprattutto dei dolori e delle malinconie che lo affliggono. In questo caso le canzoni traggono ispirazione in particolare dalla fine di una relazione durata quattro anni e che gli ha lasciato numerose ferite. Lo slowcore ai limiti del catatonico, quel suo cantare volutamente monocorde e stordente ben si adatta a momenti grigi e crepuscolari della vita. Disco notturno da cameretta solitaria, luci spente e lasciarsi andare al ricordo dei momenti felici della vita o a leccarsi le ferite del presente. Testi semplici diretti, immediatamente comprensibili. In Tejano Blues, la canzone più riuscita del lotto, la nostalgia dell’amore passato si ricorda così: “Volevamo scopare con vero amore Lo volevo dolce, così puro e caldo Non dormire mai solo Volevamo scopare come sempre E quando sei tornata dal volo È stata la prima cosa che abbiamo fatto”.
Qualche sprazzo di luce in un mondo grigio
Ma in Dark Vacay la nostalgia di un passato felice sfocia nell’angoscia e nel dolore: “Ascolto l’ultimo messaggio che hai lasciato Poi la voce della hotline suicidi” e così “Senti tutto intorno a te schiantarsi e cadere”. Altrove si aprono spiragli di luce, le melodie si fanno leggermente più ariose virando verso il versante dream pop come in Hot, canzone d’amore, ma ovviamente non priva di inquietudini. O nel sogno d’amore di Dreams from Bunker Hill. Il mondo di Gonzalez è un universo dominato dalla fragilità, qualità anche delle sue canzoni, e dall’insicurezza psicologica, dalla paura di perdere quel poco di felicità che si è faticosamente conquistata. Ecco infatti nei suoi testi apparire continuamente pillole, alcolici, accenni a droghe di vario genere a cui aggrapparsi nei momenti difficili. Un terzo disco che appare più ispirato e con una migliore qualità compositiva rispetto al precedente, del resto quando si è tristi non c’è niente di meglio che scoprire attraverso canzoni tristi che c’è qualcuno che prova le stesse nostre emozioni e magari sta peggio di noi.
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